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Perché il Papa ha rigettato le dimissioni del cardinale condannato per aver coperto pedofilo

Bergoglio ha respinto le dimissioni del cardinale francese Philippe Barbarin presentate a seguito della sua condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Lione per aver coperto i crimini di un prete pedofilo avvenuti negli anni Settanta e Ottanta. Barbarin ha deciso comunque di ritirarsi per un periodo di tempo della guida della diocesi.
A cura di Antonio Palma
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Con una decisione a sorpresa, Papa Francesco ha respinto le dimissioni del cardinale francese Philippe Barbarin presentate a seguito della sua condanna in primo grado emessa  dal Tribunale di Lione per aver coperto i crimini di un prete pedofilo avvenuti negli anni Settanta e Ottanta. Dopo la sentenza a sei mesi di reclusione con la condizionale, Barbarin aveva immediatamente annunciato le due dimissioni alla guida della diocesi francese e il suo allontanamento pareva cosa fatta, tanto che i media locali lo davano per certo. Bergoglio però pare avesse già altre intenzioni. Nell'incontro faccia  a faccia in Vaticano, durato appena venti minuti,  infatti, il Pontefice  ha sentito le ragioni del porporato ma ha rigettato subito le sue dimissioni, lasciandogli solo la libertà di allontanarsi temporaneamente dalla guida della diocesi.

Ad annunciare la scelta è stato il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. "Posso confermare che il Santo Padre non ha accettato le dimissioni presentate dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione" ha dichiarato Gisotti, precisando: "Cosciente tuttavia delle difficoltà che vive in questo momento l’arcidiocesi, il Santo Padre ha lasciato il cardinale Barbarin libero di prendere la decisione migliore per la diocesi e il cardinale Barbarin ha deciso di ritirarsi per un periodo di tempo e di chiedere al padre Yves Baumgarten, vicario generale, di assumere la guida della diocesi”. "La Santa Sede  tiene a ribadire la sua vicinanza alle vittime di abusi, ai fedeli dell’arcidiocesi di Lione e di tutta la Chiesa di Francia che vivono un momento particolarmente doloroso” ha concluso il portavoce.

Si tratta di una notizia che però a ben vedere non deve sorprendere così tanto. Anche se ormai da tempo Papa Francesco ha deciso di dare un colpo di spugna alle precedenti politiche del Vaticano in tema di abusi nella chiesa, un po' troppo garantiste per preti e prelati, è altrettanto chiaro che nella Santa Sede non ci sarà nessuna caccia alle streghe. Le indicazioni di Bergoglio infatti parlano chiaro: si valuta caso per caso in base alla gravità dei fatti e alle sentenze definitive. Abbiamo avuto così  la dimissione dallo stato clericale dell’ex cardinale americano Tehodore McCarrick, ma solo una allontanamento dai suoi incarichi per il cardinale australiano George Pell.

Nel caso di Barbarin ovviamente si tratta di accuse meno gravi e inoltre siamo di fronte solo al primo grado di giudizio e a una condanna lieve. In più non è stato aperto nessun procedimento canonico contro il cardinale che al contrario, una volta tirato in ballo nel processo, si è subito messo a disposizione di giudici e autorità ecclesiastiche. Barbarin, accusato di aver coperto gli abusi di padre Bernard Preynat di cui era a conoscenza, infine si è difeso sostenendo di aver allontanato il prete come gli era stato indicato dallo stesso Sant’Uffizio e cioè con la massima discrezione per evitare la ribalta mediatica. Per l'accusa e i giudici però il suo intervento è stato colpevolmente tardivo permettendo al sacerdote di continuare ad abusare dei piccoli.

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