Perché il 9 maggio può essere il giorno decisivo della guerra tra Russia e Ucraina
"Non abbiamo paura del 9 maggio e siamo tranquilli all'idea che la Russia possa utilizzare questa data per mostrare la sua presunta vittoria". A parlare è il presidente ucraino Zelensky commentando oggi il cosiddetto Giorno della vittoria, festa nazionale della Russia. "Sappiamo che" Mosca "prevede di organizzare delle manifestazioni nei territori occupati per la festa del 9 maggio. Penso che sia un grande errore", ha aggiunto. Ma a cosa si riferisce? Per questa data è così importante per i russi? Cominciamo col dire che già da giorni il 9 maggio viene ritenuto come limite dell’attuale guerra.
Questa data non è stata tirata fuori a caso. Il 9 maggio, infatti, Mosca celebra l'anniversario della vittoria contro i nazisti tedeschi nella Seconda guerra mondiale. Per l'occasione fino al 2019, quando l'evento è stato sospeso a causa del Covid, veniva messa messa in piedi un’imponente parata militare sulla Piazza Rossa.
Nei giorni scorsi lo Stato maggiore di Kiev aveva fatto filtrare la voce che molti soldati russi fatti prigionieri avrebbero riferito di aver ricevuto dai loro superiori la notizia che la guerra sarebbe finita per il prossimo 9 maggio. Poi oggi, proprio per quel giorno, le truppe russe hanno fatto sapere che organizzeranno una grande parata militare a Mariupol, la città ucraina che si affaccia sul mar d'Azov, da settimane bersaglio dell'offensiva russa e dove si sta combattendo una delle battaglie chiave della guerra. Secondo la vicesindaca nominata proprio dai russi, Viktoria Kalachova, citata dalla Tass "l'evento si terrà senza alcun dubbio. La popolazione di Mariupol lo aspetta", sottintendendo che per quella data la città sarà caduta nelle mani russe. Se ciò dovesse accadere, sarebbe più facile per il Cremlino completare l'offensiva in Donbass e quindi portare a casa uno degli obiettivi della guerra.
In altre parole, il 9 maggio Putin potrebbe celebrare simbolicamente anche la "vittoria" in Ucraina, nazista anch’essa come la Germania della Seconda guerra Mondiale, stando all’insistente propaganda del Cremlino che ha più volte dichiarato di voler de-nazificare Kiev. Sarebbe una dimostrazione di forza.
Come ha spiegato Stefano Stefanini, già ambasciatore italiano alla Nato e consigliere diplomatico dell'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi senior advisor di Ispi, all'AdnKronos, "è una data che nella narrazione non può passare sotto silenzio. O la Russia è in grado di celebrare un successo di quella che chiama ‘una operazione speciale', o è costretta a spiegare che il conflitto in corso diventa una guerra, come fu quella patriottica del 1941-1945, sorvolando sul fatto che in quel caso fu la Russia ad essere aggredita, non come adesso ad aggredire. Se la Russia non può celebrare questa ricorrenza con un qualche successo militare, allora sarà costretta a fare questo collegamento dichiarando lo stato d'emergenza".