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Guerra in Ucraina

Perché i soldati russi stanno abbandonando i carri armati anziché combattere, secondo il Pentagono

Secondo una fonte del Pentagono citata dalla CNN alcuni soldati russi sarebbero arrivati a sabotare i loro mezzi pur di non partecipare all’invasione dell’Ucraina.
A cura di Davide Falcioni
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Il cibo pessimo, il carburante che scarseggia e la prospettiva di bombardare città in cui potrebbero abitare parenti e amici ucraini starebbero inducendo numerosi soldati russi a sabotare i propri veicoli pur di evitare di combattere. A renderlo noto il Pentagono, quindi una fonte di certo non imparziale, spiegando tuttavia che intere unità di militari agli ordini di Putin avrebbero preferito deporre le armi di fronte a una resistenza ucraina inaspettatamente tenace. Secondo la fonte della difesa statunitense, interpellata dalla CNN, le truppe russe sarebbero composte da moltissimi giovani scarsamente motivati e con un addestramento ancora acerbo. Tra questi ci sarebbero soldati che avrebbero deliberatamente perforato i serbatoi del carburante dei loro veicoli, presumibilmente per evitare di ingaggiare un combattimento contro ucraini, spesso civili.

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Il funzionario del Pentagono citato dalla CNN non ha fornito i dati esatti sui "boicottaggi" nelle fila dell'esercito russo, spiegando tuttavia che fonti di intelligence hanno confermato alcuni episodi simili: le motivazioni andrebbero ricercate in uno scarso addestramento di molti, in un equipaggiamento non sempre adeguato e in poche o nulle motivazioni a combattere contro militari ucraini determinati a difendersi e sostenuti da ampi settori della popolazione civile. Come se non bastasse la decantata aeronautica russa non sarebbe ancora riuscita ad ottenere la superiorità aerea sull'Ucraina, con aerei da guerra russi contrastati da aerei da combattimento ucraini e una gamma sorprendentemente resistente e potente di armi della contraerea, dai missili Stinger lanciati a spalla alle armi terra-aria molto più grandi. Insomma, un'invasione che sembrava dovesse concludersi ben presto si sta trasformando per la Russia in un piccolo Vietnam.

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