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Covid 19

Perché i russi non vogliono Sputnik V e vanno in Serbia alla ricerca dei vaccini occidentali

Sono centinaia i cittadini russi che percorrono centinaia di chilometri per arrivare in Serbia e farsi inoculare il vaccino Covid Pfizer per poter viaggiare in Europa e negli Stati Uniti. Si tratta soprattutto di uomini d’affari che stanno dando vita ad un vero e proprio “turismo dei vaccini” da cui le agenzie locali stanno traendo profitto.
A cura di Ida Artiaco
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Non vogliono i vaccini approvati in Russia, a casa loro, così percorrono centinaia di chilometri per farsi inoculare uno dei sieri approvati da Organizzazione mondiale della Sanità ed Agenzia europea del farmaco. Li chiamano "i turisti del vaccini" ed il fenomeno si sta allargando sempre di più nelle ultime settimane: secondo quanto racconta Reuters, molti lo farebbero per poter ricevere il vaccino Pfizer ed avere così la possibilità di viaggiare in Europa e Stati Uniti. Il vaccino russo Sputnik V infatti, al momento utilizzato in oltre 70 stati in tutto il mondo, deve ancora ottenere il via libera dell'Oms e viceversa nessun vaccino prodotto all'estero è stato approvato da Mosca.

È la Serbia, che non fa parte dell'Unione europea, la destinazione preferita dai russi per farsi vaccinare con uno dei vaccini occidentali. A differenza degli altri Paesi dei Balcani, presenta una situazione epidemiologica in miglioramento e in più i russi possono entravi senza alcun visto. Nel corso di quest'anno ha approvato i vaccini Pfizer-BioNtech, ma anche il cinese Sinopharm e il siero di Oxford/AstraZeneca, oltre a Sputnik. Tuttavia, al momento solo il 50% della popolazione risulta completamente vaccinato, a causa del forte sentimento no-vax. Ma non si può dire altrettanto degli stranieri: secondo i dati ufficiali, circa 160mila cittadini dall'estero, principalmente dai Balcani, hanno ricevuto il loro vaccino in Serbia da agosto, da quando cioè è stata introdotta la vaccinazione per i turisti.

Le agenzie turistiche locali e russe, scosse dagli effetti della pandemia, hanno cercato di trarre profitto dal turismo delle vaccinazioni, come ha affermato Predrag Tesic, proprietario dell'agenzia BTF con sede a Belgrado. "Ci sono molti uomini d'affari soprattutto russi che hanno bisogno dei vaccini occidentali per poter viaggiare", ha detto. Un soggiorno di tre o quattro giorni a Belgrado costerebbe a un visitatore russo tra i 500 e i 700 dollari, ha detto Tesic.

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