Perché i russi hanno contrattaccato nella città di Avdiivka e come cambierà la guerra in inverno
Mentre tutto il mondo osserva con apprensione l'evoluzione della situazione in Medio Oriente, con il timore che la guerra tra Israele ed Hamas si allarghi anche a Iran, Libano e Stati Uniti, in Ucraina si continua a combattere.
Dopo il fallimento dell'offensiva di Kiev, che ha portato a limitate conquiste territoriali, l'iniziativa è tornata decisamente in mano alla Russia: nelle ultime settimane Mosca ha lanciato decine di attacchi al giorno nella città di Avdiivka, nella regione di Donetsk, allo scopo di consolidare le sue posizioni in vista delle piogge autunnali. Anche in questo caso le offensive non hanno – almeno al momento – portato a un cedimento del fronte nemico. Nel frattempo, però, l'Ucraina ha ricevuto dagli Stati Uniti i missili Atacms, vettori in grado di colpire obiettivi come depositi di munizioni e centri di comando dietro le linee russe, e a distanza variabile tra i 140 e i 300 chilometri. Secondo il generale Giorgio Battisti – interpellato da Fanpage.it – Mosca intende dimostrare che, "malgrado i costanti e consistenti aiuti militari sempre più moderni da parte occidentale, e grazie anche ai rifornimenti provenienti da alcuni Paesi amici riesce a mantenere le posizioni ed anzi passare all’iniziativa, nell’auspicio che la solidarietà a favore di Kiev si logori per stanchezza e porti l’Ucraina ad accettare le condizioni di Mosca per un cessate il fuoco".
Nelle ultime settimane i russi hanno lanciato una serie di offensive ad Avdiivka, nella regione di Donetsk. Come mai? Qual è l’importanza di questa città?
Osservando una mappa, sottolineo preliminarmente che Mosca è all’offensiva da mesi – con limitati progressi territoriali – su più fronti: lungo la linea Kupyansk-Svatove-Kreminna, a nord di Bakhmut (Oblast di Luhansk); a sud-ovest della città di Donetsk, nell’area confinaria dell’Oblast di Donetsk-Zaporizhia; ed a ovest dell’Oblast di Zaporizhia. La Russia rimane sulla difensiva, ma con una "difesa attiva" basata su contrattacchi ad ogni posizione persa, nel saliente ucraino di Robotybe-Verbove (Oblast di Zaporizhia).
L’offensiva verso la città di Avdiivka si propone, a mio avviso, diversi obiettivi. Il primo volto ad alleggerire la pressione dell’Ucraina a sud, nel settore di Zaporizhzhia, in quanto Kiev potrebbe essere costretta a distaccare forze per respingere l’attacco russo. Mosca con questa azione, condotta da due direzioni da sud ovest e da nord est, mira verosimilmente ad eliminare il saliente ucraino nelle proprie linee ed a ridurre cosi la linea del fronte con conseguente risparmio di forze schierate. Ancorché siano stati colti di sorpresa, come riportano diverse fonti, Kiev è riuscita al momento a limitare la progressione offensiva sia grazie alle fortificazioni campali che proteggono la città (realizzate sin dal 2014 con l’avvio del conflitto nel Donbass) sia con la stesura di campi minati che ostacolano l’avanzata dei reparti corazzati russi, che sono sostenuti nel movimento dal fuoco dell’artiglieria e dall’appoggio aereo. Mosca, che per questa offensiva ha fatto affluire nuove unità, oltre a ridurre il saliente tende ad occupare tutto l’Oblast del Donetsk e prendere sotto controllo il nodo rotabile e ferroviario che si incentra sulla città di Avdiivka.
Secondo alcuni analisti siamo di fronte a una nuova controffensiva russa dopo quella – fallita – dell’Ucraina. Lei è d’accordo? Se sì, qual è lo scopo di questa manovra?
Osservando sempre una mappa, si nota che la nuova offensiva potrebbe portare ad una manovra di accerchiamento delle forze ucraine all’attacco nel saliente di Bakhmut, con l’azione da sud verso Adviivka (che dista circa 80 chilometri da Bakhmut) e da nord sul fronte di Kreminna (che dista circa 60 chilometri da Bakhmut) in direzione dell’Oblast di Kharkiv. In ogni caso, ritengo che i russi mirino a consolidare il più avanti possibile le proprie posizioni in previsione delle piogge autunnali (che dovrebbero iniziare tra alcuni giorni) che renderebbero estremamente difficile il movimento fuori strada dei mezzi pesanti per il fango (cosiddetto fenomeno della Rasputiza), almeno sino all’arrivo dell’inverno che ghiaccia invece il terreno.
Per ultimo, Mosca potrebbe dimostrare che, malgrado i costanti e consistenti aiuti militari sempre più moderni da parte occidentale (es. carri inglesi Challenger e statunitensi Abrams), e grazie anche ai rifornimenti provenienti da alcuni Paesi amici (Nord Korea, Iran e forse Cina) riesce a mantenere le posizioni ed anzi passare all’iniziativa, nell’auspicio (ritengo) che la solidarietà a favore di Kiev si logori per stanchezza e porti l’Ucraina ad accettare le condizioni di Mosca per un cessate il fuoco.
Ieri Zelensky ha confermato di aver ricevuto e impiegato i missili Usa Atacms. Ci parla di queste armi? Che ruolo potrebbero avere nel conflitto?
Gli ATACMS (Army Tactical Missile System) sono missili balistici tattici statunitensi a corto raggio superficie-superficie (in servizio dai primi anni ’90), con una gittata variabile dai 140 a 300 chilometri. Questi vettori consentono di colpire in profondità nelle retrovie russe gli obiettivi più sensibili ed appaganti, come centri di comando e di comunicazione, depositi munizioni e aeroporti. Indubbiamente, oltre all’effetto psicologico e mediatico, gli ATACMS costringeranno i russi a diradare e ad arretrare ulteriormente le proprie basi logistiche e dislocazioni militari, incrementando i tempi per i trasporti dei rifornimenti (soprattutto munizioni e carburanti) che saranno per un maggiore periodo esposti agli attacchi avversari.
In che modo la guerra tra Israele e Hamas potrebbe incidere sul conflitto in ucraina?
Un primo effetto che potrebbe avere il nuovo conflitto di Gaza, oltre a distogliere l’attenzione internazionale sull’Ucraina (non a caso il Presidente Zelensky si è recato nei giorni scorsi al Quartier Generale della NATO a Bruxelles), può essere quello sia di intaccare ancora di più le riserve di munizioni e di equipaggiamenti degli USA (che non sono infinite), che ora devono rifornire due fronti, sia di fare in modo che la priorità di Washington diventi Israele. Il pronto schieramento di due gruppi navali nel Mediterraneo, l’incremento dei velivoli da combattimento nel Medio Oriente (tra cui i temibili A-10 per l’attacco al suolo) e di una unità di marines sembra voler dimostrare ciò: un tempismo che non si è verificato con l’aggressione russa del 24 febbraio 2022.