Perché i piloti hanno fatto scendere il volo New York-Roma di 8000 metri in 10 minuti: la spiegazione
Mercoledì scorso un aereo United diretto a Fiumicino ha fatto ritorno all'aeroporto di Newark per un problema di pressurizzazione della cabina dopo esser sceso di quota di oltre ottomila metri in dieci minuti. Il volo 510, partito alle 20:37 con 270 passeggeri e 14 persone di equipaggio, è rientrato a Newark poco dopo mezzanotte a causa di un problema di pressurizzazione, secondo quanto indicato da un portavoce della Federal Aviation Administration. Poi i passeggeri sono ripartiti per Roma con un altro aereo e sono arrivati a destinazione senza alcun problema.
Ma cosa ha spinto i piloti del Boeing 777-200 a a far scendere sensibilmente di quota l’aereo prima di rientrare nello scalo di partenza? Il velivolo è passato da quota 37 mila piedi a 8.900 in circa otto minuti, scendendo così a circa 18 metri al secondo. I piloti scendendo di quota hanno scaricato un po’ di cherosene per alleggerire il velivolo, e poi sono tornati allo scalo di partenza.
“L’aereo non ha mai perso pressione in cabina”, ha spiegato United Airlines in una nota, ma la paura che potessero esserci problemi ha spinto l’equipaggio in via precauzionale a scendere a una quota dove le persone a bordo non avrebbero avuto problemi e non avrebbero dovuto utilizzare le mascherine dell’ossigeno. Ed è esattamente questo quello che è previsto in casi di problemi di pressurizzazione.
Quando si tratta del sistema di pressurizzazione è necessario agire in fretta. "Hanno spiegato che non c'è stata una perdita, in questo caso probabilmente il Boeing 777 ha ricevuto un'indicazione ed è sceso preventivamente, anche perché è necessario scendere il prima possibile per mettere tutti in sicurezza", è quanto ha spiegato a Fanpage.it anche il comandante Danilo Racine.
Alla fine tutto è andato per il meglio: i 270 passeggeri sono stati poi imbarcati a bordo di un altro velivolo partito alle 3.33 di notte e atterrato a Roma nel pomeriggio del 14 settembre.