Perché i documenti d’identità in Belgio potrebbero non mostrare più il sesso

Una X da apporre accanto all'alternativa uomo/donna, è questa l'alternativa data dai giudici costituzionali al governo belga che sul tavolo di discussione ha la proposta di eliminare l'identificazione binaria di genere dalle carte d'identità. Niente più uomo o donna, dunque il sesso anagrafico, a identificare una persona ma una identità che viene restituita alla persona stessa. Una proposta necessaria a tutelare le persone non binarie e gender-fluid che nel Paese non sono rappresentate né hanno pari diritti, come dichiarato anche dalla Corte Costituzionale belga che nel 2019 ha condannato l'esecutivo per discriminazione verso le persone non binarie proprio per la mancanza di rappresentatività nei documenti ufficiali di Stato.
La proposta di una X come alternativa al maschile/femminile
A questa proposta però l’IGVM, l'Istituto per l'uguaglianza di uomini e donne ha opzionato un'alternativa, ovvero l'introduzione del genere "X" che diventerebbe di fatto una "terza opzione" così da non dover abolire del tutto la registrazione del genere nei documenti come la carta d’identità. Secondo l'Istituto infatti l'abolizione totale del genere sui documenti potrebbe però causare problemi di tipo amministrativo. L'obiettivo a lungo termine del governo belga è evitare l'esclusione delle persone non binarie, e per questo bisogna trovare un modo per poter registrare il genere nei documenti ufficiali in modo inclusivo. La "X" sui documenti d'identità viene già utilizzata in diversi paesi europei come la Germania, la Danimarca, il Portogallo e l'Austria: qui infatti è già possibile la registrazione formale di un genere non binario. Una bozza per la nuova norma sarebbe stata preparata dal ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne, insieme a quello degli Interni Annelies Verlinden e al segretario di Stato per le Pari Opportunità Sarah Schlitz.