Perché i casi Covid sono in aumento a Singapore, nonostante sia tra i luoghi più vaccinati al mondo
A Singapore è in corso una delle peggiori ondate di Covid-19 dall'inizio della pandemia, nonostante la città-stato asiatica sia uno dei luoghi più vaccinati al mondo. Alcuni lo vedono come un fallimento della campagna vaccinale, anzi molti utenti no vax sui social network sottolineano come sia un esempio dell'inefficacia dei vaccini, ma secondo gli esperti l'aumento dei nuovi casi è principalmente l'effetto di un importante cambio di strategia: per la prima volta dall'inizio dell'emergenza, infatti, il virus circola liberamente, proprio grazie ai vaccini. Vediamo perché.
Secondo i dati riportati da Our World in Data, Singapore era, alla fine di ottobre, tra i luoghi con il più alto tasso vaccinazione completa contro il Covid-19 al mondo, con quasi l'80% delle persone immunizzate. È quindi davvero un paese dove la copertura vaccinale è molto alta. Nello stesso periodo, la città-stato da 5,7 milioni di abitanti è investita da un'ondata senza precedenti dell'epidemia di Covid-19. Il numero dei contagi si è moltiplicato dall'inizio di settembre, raggiungendo punte di oltre cinquemila contagi al giorno alla fine dello scorso mesi. Cifre mai viste dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Anche il numero dei morti è in crescita, ne sono almeno 15 al giorno, quando se ne sono registrati zero nei primi 7 mesi della pandemia. Insomma, è innegabile che ci sia una recrudescenza, ma niente che non abbia una spiegazione.
Come ha spiegato il quotidiano francese Le Monde, Singapore ha di recente cambiato strategia di gestione della malattia, passando da una strategia "Zero Covid" alla convivenza con il virus. Come ha sottolineato Dale Fisher, professore di Malattie Infettive presso l'Università Nazionale di Singapore e Presidente del Global Outbreak Alert and Response Network delle Nazioni Unite, "stiamo permettendo al virus di diventare endemico". Dunque, se attualmente c'è un boom di infezioni e morti è perché Sars-Cov-2 sta circolando liberamente tra la popolazione, a differenza dei mesi scorsi, quando erano state adottate misure estremamente severe, come la quarantena forzata e restrizioni ai confini, che hanno sì protetto gran parte della popolazione ma a costo di un forte impatto sulla vita quotidiana dei residenti. Già a giugno il governo aveva annunciato un allentamento delle restrizioni di pari passo con l'avanzare della campagna di vaccinazione. Per cui, l'aumento del numero di casi non può essere considerata come la prova del fallimento dei vaccini, che sappiamo non essere comunque efficaci al 100% contro la trasmissione dell'infezione, ma si tratta di una conseguenza attesa di una scelta politica basata, al contrario, sulla protezione vaccinale.
Per di più, la maggior parte dei decessi che si sta verificando riguarda i non vaccinati. "Anche se i vaccinati sono dieci volte più numerosi dei non vaccinati nella popolazione, sono quest'ultimi a rappresentare la maggioranza dei pazienti in terapia intensiva, che hanno bisogno di ossigeno e che alla fine muoiono", osserva Dale Fisher, su RFI. "Ora abbiamo ridotto i nostri sforzi per prevenire le trasmissioni, ad esempio, rendendo meno onerose le quarantene e gli isolamenti. Ciò è dovuto al nostro alto tasso di vaccinazione, il che significa che per la maggior parte di noi, il Covid-19 è ora una malattia molto meno grave. Ma significa anche una pandemia più mortale per i non vaccinati ", ha concluso Alex Cook, professore associato presso la Saw Swee Hock School of Public Health, l'università nazionale di sanità pubblica di Singapore, citato in un articolo dello Straits Times.