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Guerra in Ucraina

Perché i carri armati Occidentali sono fondamentali per far vincere l’Ucraina contro la Russia

Mentre la guerra in Ucraina è in una fase di stallo, Kiev e Mosca stanno organizzando le loro offensive di primavera. Perché quella ucraina abbia successo sono necessari i carri armati tedeschi Leopard 2. Ecco quali sono i motivi.
A cura di Daniele Angrisani
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Nelle ultime settimane si sente sempre di più parlare della necessità da parte occidentale di fornire nuove armi all’Ucraina. L’urgenza è diventata particolarmente evidente negli ultimi giorni, in vista della riunione avvenuta venerdì a Ramstein tra i Paesi donatori di armi all’Ucraina che però sembra aver portato ad un nulla di fatto, in particolare sulla fornitura dei carri armati pesanti così tanto richiesti dal governo di Kyiv.

Ma da dove sorge questa nuova urgenza? Anzitutto dalla situazione attuale sul fronte: "in uno stato di impasse". È così che il Ministero della Difesa britannico ha valutato nel suo report giornaliero di sabato la situazione nella zona di guerra in Ucraina.

Come sta andando la guerra

Nei giorni scorsi i combattimenti più feroci, secondo il Ministero di Londra, si sono svolti su tre settori principali del fronte:

  • Nel nord-est, nella regione di Luhansk vicino a Kreminna, dove l'Ucraina probabilmente ha fatto pochi progressi ma si è difesa con successo contro un contrattacco russo;
  • Nella regione di Donetsk, nel settore di Bakhmut, la zona più calda del fronte, dove è probabile che le forze russe e le PMC di Wagner stiano ricostituendo le proprie forze nella città di Soledar dopo le alte perdite subite per la sua cattura all'inizio di questa settimana.
  • Nel sud, nella regione di Zaporozhye, dove entrambe le parti hanno concentrato forze significative impegnate in scambi di artiglieria, ma evitando per ora qualsiasi offensiva su larga scala.

"In generale, il conflitto è in uno stato di stallo", affermano dal Ministero della Difesa britannico. Tuttavia, si sottolinea, esiste una reale possibilità di un'avanzata locale delle truppe russe intorno a Bakhmut.

Come afferma Meduza in una sua separata analisi, la cattura di Soledar avvenuta nelle scorse settimane ha rappresentato sicuramente un successo militare e politico per il Cremlino (Soledar è la prima città conquistata dalla Russia dall'inizio di luglio 2022), ed allo stesso tempo anche personale di Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo PMC Wagner che è stato la chiave per la riuscita di questa offensiva.

Con la conquista di Soledar, per i russi si apre però anche la concreta prospettiva di raggiungere l'obiettivo principale della loro operazione militare invernale in corso: l'occupazione della città di Bakhmut (che si trova 10 km a sud di Soledar), nonché per un attacco a Seversk (circa 20 km più a nord).

Ma tutto ciò è ancora lontano dal diventare realtà: anche se le forze russe fossero in grado di tagliare in due la strada che collega direttamente Bakhmut con Seversk, le due città restano collegate in modo affidabile attraverso altre strade che passano per il quartier generale delle Forze Armate ucraine nel Donbass, a Kramatorsk.

Per poter isolare Bakhmut, è necessario quindi per i russi catturare sia la strada che passa per Krasnaya Gora a nord della città che l'area fortificata nel villaggio di Kleshcheevka a sud di essa. In entrambi i casi i russi stanno cercando di avanzare, ma a durissimo prezzo in termini di vite umane, in quanto si trovano di fronte a zone fortificate dalle quali l’artiglieria ucraina colpisce senza pietà le truppe russe in avanzata.

Ancora più difficile invece è cercare di avanzare verso Seversk, in quanto sarebbe necessaria una manovra a tenaglia con un secondo segmento proveniente da nord, vale a dire dalla zona di Kreminna, dove invece al momento sono gli ucraini all’attacco (anche se con molta difficoltà, come detto).

Va inoltre ricordato che per ottenere successo in questa eventuale manovra, le forze russe dovrebbero superare indenni anche il fiume Seversky Donets, che già l’anno scorso ha rappresentato un formidabile ostacolo naturale alle loro avanzate nel Donbass durante la prima fase della guerra.

In tutto ciò, l’Ucraina non sta certamente a guardare dalla finestra: si sta invece preparando ad una possibile offensiva primaverile con l’obiettivo dichiaratamente ambizioso di “liberare” tutti i territori occupati a sud dell’Ucraina, tagliare in due il fronte russo ed isolando la Crimea.

Prima di allora sarà sicuramente obbligata a prendere una importante decisione proprio sul futuro di Bakhmut. Come afferma un alto funzionario dell'Amministrazione Biden la difesa a tutti i costi di Bakhmut sta ostacolando l'Ucraina nel compito di preparare la sua offensiva di primavera nel sud del Paese.

Secondo il funzionario il tempo favorisce la Russia a Bakhmut, date le sue maggiori risorse di artiglieria e il numero di truppe. Tuttavia, afferma, “la vittoria russa non comporterebbe alcun cambiamento significativo nella guerra, perché le forze ucraine si ritirerebbero su posizioni ben difese”.

Invece di spendere così tanti soldati e così tante munizioni per un obiettivo strategicamente non importante, gli Stati Uniti stanno quindi consigliando all'Ucraina di inviare queste forze all’estero per partecipare a programmi di addestramento guidati dagli Stati Uniti per formare una forza mobile in grado di compiere offensive di successo.

A tale scopo, le armi stanno già affluendo in Ucraina, ma è necessario del tempo per addestrarsi; quindi, gli ucraini devono prendere una decisione il prima possibile tenendo in conto che potrebbero non avere le risorse per affrontare entrambe le sfide.

In parole povere, dunque, le Forze Armate ucraine, che ovviamente non vorrebbero abbandonare la propria roccaforte nel Donbass, devono decidere se continuare a spendere – ora e in un ambiente sempre più sfavorevole come quello di Bakhmut – riserve e risorse che potrebbero invece utilizzare per una grande offensiva in primavera.

Va detto inoltre che la decisione potrebbe diventare obbligata: se i russi continueranno ad avanzare nonostante tutte le loro perdite è probabile che gli ucraini saranno prima o poi costretti ad abbandonare lo stesso Bakhmut perché diventata infendibile.

La notizia buona per Kyiv è che l’eventuale conquista di Bakhmut sarebbe una vittoria di Pirro per i russi con tutta probabilità: direttamente ad ovest di Bakhmut si trova infatti la prossima linea di difesa delle Forze Armate dell'Ucraina, già ben fortificata ed equipaggiata sulle colline vicino alla città di Chasov Yar.

Considerando che si tratta di un terreno elevato, allo stesso ritmo di avanzamento che le forze russe hanno mostrato in questi ultimi periodi ci vorranno mesi per superare questa nuova linea di difesa, anche nella migliore delle ipotesi per loro.

C’è quindi il serio rischio per Mosca che l’attacco a Bakhmut si trasformi in una sorta di Battaglia di Verdun degli Anni Duemila: un enorme massacro di uomini e mezzi per ottenere una vittoria che cambierebbe poco o nulla dal punto di vista strategico, drenando anzi ulteriormente le forze dell’esercito russo già indebolite da 11 mesi di guerra.

Le consegne di armi già annunciate

Si torna, perciò, alla questione della fornitura di armi occidentali. Per prevenire sia una nuova potenziale offensiva russa, che per posizionare Kyiv in grado di respingere i russi fino ai confini precedenti l’invasione dello scorso anno, l'Ucraina ha assoluto bisogno di più armi pesanti ed in grande quantità.

Valery Zaluzhny, comandante in capo delle Forze Armate ucraine, ha dichiarato all'Economist a dicembre che solo per "tornare alle linee del 23 febbraio" – in poche parole, per riprendere il territorio che l'Ucraina deteneva prima dell'invasione russa – Kyiv avrebbe bisogno di almeno 300 carri armati, oltre a 600-700 veicoli da combattimento per la fanteria e 500 obici.

Per tornare alle linee del 2014 – cioè per riconquistare la Crimea e tutto il Donbass – ci vorrebbero presumibilmente ancora più carri armati e veicoli corazzati.

Questo compito diventerà ancora più difficile nei prossimi mesi, quando altri soldati mobilitati nell'esercito russo lo scorso autunno verranno schierati sul campo di battaglia, e questo senza tenere conto del fatto che alcuni analisti occidentali e l’intelligence ucraina ritengono che possa essere ordinata un'altra mobilitazione a breve.

In questo contesto, diversi Paesi occidentali hanno già promesso nuovi aiuti militari anche prima della riunione di venerdì a Ramstein. Ad esempio, la Finlandia ha annunciato un pacchetto di aiuti militari da 400 milioni di euro, il più consistente finora, che comprende artiglieria pesante e munizioni, mentre l’Estonia ha annunciato aiuti pari a circa l’1% del suo PIL.

Anche altri Paesi si sono mossi: la Gran Bretagna ha annunciato l'invio di 600 missili Brimstone, la Danimarca ha dichiarato che donerà 19 obici Caesar di fabbricazione francese e la Svezia ha promesso il suo sistema di artiglieria Archer.

Da parte sua, il Canada invierà 200 veicoli per il trasporto di personale, mentre Berlino ha offerto 40 veicoli da combattimento per la fanteria Marder e l’Italia si è impegnata a donare assieme alla Francia un sistema di difesa aerea avanzato SAMP/T.

Tutto questo succede dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato a loro volta un nuovo grande pacchetto di aiuti militari per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari, che comprende decine di veicoli da combattimento Bradley e Strykers, veicoli corazzati per il trasporto di personale, sistemi di difesa aerea e decine di migliaia di missili e proiettili d'artiglieria.

Da questa lunga lista di aiuti, però, come potete vedere manca ciò che più è atteso da Kyiv, vale a dire i carri armati pesanti.

Perché all’Ucraina servono i carri armati Occidentali

Dopo il fallimento della prima fase dell’invasione russa su larga scala lo scorso anno, è aumentato il numero di coloro che erroneamente avevano previsto la scomparsa del carro armato come arma fondamentale sul campo di battaglia. Di recente anche Elon Musk è stato duramente criticato per aver definito i carri armati come una trappola mortale per i propri equipaggi.

Da una parte, è sicuramente vero che di recente i carri armati sono diventati sempre più vulnerabili al fuoco di alta precisione e alle armi anticarro occidentali portatili come il Javelin o ai droni come il Bayraktar TB2. I carri armati russi T-72 e T-80 hanno avuto la peggio nella maggior parte delle battaglie in Ucraina.

Ma la verità è che i carri armati sono sempre stati vulnerabili, sin da quando sono stati inventati negli ultimi anni della Prima Guerra Mondiale, più di un secolo fa. Eppure, questo non ha impedito che diventassero fondamentali sul campo di battaglia, come ben ricordiamo durante la Seconda Guerra Mondiale.

E così come le armi progettate per distruggerli, anche gli stessi carri armati si sono continuamente evoluti, e quelli avanzati posseduti dai Paesi della NATO sono i candidati ideali per aiutare l’Ucraina a vincere.

Questo per una serie di motivi: anzitutto i carri armati occidentali sono stati progettati con l'obiettivo di sconfiggere i carri armati russi. Con corazze reattive, potenti cannoni principali e contromisure sempre più efficaci, tali carri armati sono stati costruiti per rimanere in battaglia e tenere il più al sicuro possibile i propri equipaggi.

L'Ucraina meridionale che dovrebbe essere obiettivo della prossima offensiva, in particolare, è un territorio pianeggiante e ideale per i carri armati. Ma è anche il luogo in cui la Russia ha costruito file di trincee e bunker fortificati proprio per poter fermare una eventuale avanzata ucraina.

In una ipotetica offensiva ucraina, dovrebbero perciò essere proprio i carri armati pesanti ad avanzare in prima linea insieme alle truppe protette da veicoli da combattimento di fanteria come il Bradley americano, il Mardar tedesco e persino il BMP-2 di fabbricazione russa, diverse unità del quale sono state catturate dagli ucraini nel corso delle loro offensive di successo nello scorso autunno.

Questa combinazione è micidiale per l’attacco, soprattutto se abbinata al fuoco a lungo raggio e al massiccio supporto aereo, in particolare da parte dei droni da combattimento.

Ma va detto che solo i carri armati pesanti hanno "la protezione, la mobilità e la potenza di fuoco per mantenere lo slancio anche una volta che entrano in contatto con forze nemiche in forze", come ha dichiarato anche Nick Reynolds, esperto di guerra terrestre presso il think tank Rusi.

La questione, tuttavia, è quale numero e tipo di carri armati occidentali potrebbe dare a Kyiv la migliore possibilità di organizzare con successo la propria offensiva.

Che tipo di carri armati possono fornire gli Occidentali

Uno dei motivi per cui la fornitura di carri armati è stata sinora poco discussa, rispetto ad altri sistemi di armamenti, è che l'Ucraina ne aveva già una discreta quantità.

L'industria bellica nazionale ha infatti prodotto una versione aggiornata dei carri armati T-64 di epoca sovietica per sostituire quelli danneggiati durante l'invasione russa del 2014 e l'Ucraina è entrata in guerra a febbraio 2022 con circa 800 carri armati pesanti.

Ma gli ucraini, come i russi, hanno subito pesanti perdite in questa guerra. Secondo il gruppo di ricerca open source Oryx, gli ucraini hanno perso circa 450 carri armati, contando quelli distrutti, danneggiati, abbandonati o catturati (per fare un paragone i russi hanno perso 1.630 carri armati, ma partendo da una base di partenza molto più alta).

Ora però, come abbiamo visto, l’Ucraina ha bisogno di carri armati occidentali. I principali in circolazione sono i seguenti:

Il Leopard 2 tedesco

La Germania ha prodotto per la prima volta i Leopard durante la Guerra Fredda e ora ne sono in circolazione migliaia di unità. Secondo l'European Council on Foreign Relations, sono utilizzati da 13 eserciti europei e di Paesi NATO, vale a dire Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.

Le varianti 2A4 e 2A5 rappresentano più della metà di questi Leopard. Sebbene non rappresentino le versioni più recenti del Leopard 2 e sia necessario un certo sforzo per riprogrammare le interfacce utente per gli equipaggi dei carri armati ucraini, sarebbero sicuramente la scelta più logica per una brigata di attacco ucraina a causa della loro ampia disponibilità.

Il Leopard 2 tedesco ha due vantaggi principali. Il primo è che si tratta di una tecnologia familiare agli ucraini, utilizzando un motore diesel a turbina. L'altro è che ce ne sono molti in circolazione.

Il Challenger 2 britannico

Il Challenger 2 pesa più di 65 tonnellate ed è stato costruito per la prima volta alla fine degli anni '90 da BAE Systems e Land Armaments. Può trasportare fino a quattro persone, ha un cannone da 120 mm e può raggiungere una velocità di 37 miglia orarie su strada e di 25 miglia orarie in fuoristrada.

L'esercito britannico ha utilizzato questo modello dal luglio 1994 in Bosnia ed Erzegovina, Kosovo e Iraq. Secondo il governo britannico, "non ha mai subito perdite per mano del nemico".

"Uno dei suoi punti di forza è la capacità di sconvolgere il nemico mettendolo sotto pressione con un'avanzata rapida e pienamente impegnata, facendolo cedere e arretrare", si legge nella nota dell'esercito britannico.

L'M1 Abrams americano

L'M1 Abrams ha un motore particolarmente potente. Questo lo aiuta a muoversi sul campo di battaglia e a trasportare il suo potente cannone e la sua pesante armatura, probabilmente la migliore tra tutti i carri armati occidentali.

Il vantaggio del motore a turbina è che è molto potente e molto reattivo, ma il prezzo da pagare è che consuma molto carburante. Questo significa che bisogna avere molti camion serbatoio a disposizione per accompagnarlo in battaglia.

L'esercito americano ha integrato questo aspetto nella sua struttura logistica. Ma ovviamente tutto questo può rendere più complicata la logistica e la manutenzione del carro armato M1 Abrams da parte di altri eserciti.

Proprio per quanto appena detto, l’Amministrazione Biden ha più volte affermato che gli M1 Abrams di fabbricazione americana – per via delle loro peculiari esigenze di carburante specifico, manutenzione frequente e pezzi di ricambio, trasporto e addestramento – non sono adatti all’uso nell'Ucraina orientale, dove le linee di rifornimento potrebbero essere facilmente interrotte.

Una portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha ribadito anche giovedì scorso ai giornalisti che "non ha senso" fornire all'Ucraina gli M1 Abrams "in questo momento", perché utilizzano carburante per aerei e sono difficili da mantenere.

La Gran Bretagna, da parte sua, ha invece già fatto sapere che invierà in Ucraina uno squadrone di 14 carri armati Challenger 2. Si tratta di un inizio, ma è ben lungi dall'essere sufficiente e considerando che ve ne sono solo 227 in circolazione, la Gran Bretagna non può promettere granché altro di questo tipo.

Per portare ad una svolta nella guerra, a Kyiv non resta quindi che cercare di ottenere i Leopard 2 di produzione tedesca. Attualmente ve ne sono circa 2.000 in circolazione, oltre circa 300 in deposito. Berlino potrebbe inoltre donare anche un certo numero di vecchi carri armati Leopard 1, entrati in servizio per la prima volta nel 1965 ma attualmente in deposito.

Sebbene alcuni non siano in condizioni di essere forniti, ce ne sono abbastanza per arrivare almeno ad un centinaio da consegnare all’Ucraina nel caso in cui venisse presa la decisione politica di farlo. Oltre la Germania, anche altri Paesi come la Polonia e la Finlandia, ad esempio, si sono già detti pronti ad inviare carri armati Leopard di fabbricazione tedesca.

Per ottenere questo risultato è però necessario l'assenso della Germania che finora non ha ancora voluto impegnarsi in questo senso. È vitale, perciò, per l’Ucraina convincere Berlino a fare questo passo. E visti gli ostacoli logistici e di addestramento che l'Ucraina deve affrontare prima di poter schierare carri armati così pesanti, i tempi sono critici.

Finora la Germania è indecisa, il suo governo di coalizione è apparentemente diviso e i sondaggi indicano che anche l'opinione pubblica tedesca è fortemente divisa sulla questione.  Sta di fatto che alla recente riunione di Ramstein non si è trovato alcun accordo su queste consegne e che nel frattempo le pressioni sulla Germania continuano ad aumentare.

La Polonia ha già minacciato di inviare carri armati Leopard 2 all'Ucraina anche senza l'approvazione della Germania per la riesportazione, come ha dichiarato viceministro degli Esteri polacco. "Non escludo che saremo pronti a fare un passo del genere", ha dichiarato Pawel Jablonski alla stazione radio RMF FM.

Invece i Ministri degli Esteri dei tre Paesi baltici ex sovietici (Estonia, Lettonia e Lituania) si sono appellati su Twitter invitando la Germania a trasferire immediatamente in Ucraina i carri armati Leopard 2.

“Fornire all'Ucraina carri armati moderni”, ritengono i tre Ministri degli esteri, “è necessario per fermare l'aggressione russa e riportare la pace in Europa. La Germania, in quanto prima potenza europea, ha una responsabilità speciale in questo”, sottolinea l'appello.

"Il momento è adesso. L'Ucraina ha bisogno di più equipaggiamento militare. Sostengo fermamente la consegna di carri armati", ha dichiarato a sua volta il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.

Le preoccupazioni maggiori riguardo alla fornitura di carri armati potrebbero essere di natura pratica. Data la velocità con cui sono stati sinora distrutti in Ucraina, Washington e Berlino devono tenere in considerazione la possibilità che i carri armati che vengano forniti per aiutare l’Ucraina andranno persi per sempre, con le conseguenti valutazioni di sicurezza nazionale.

E sebbene i carri armati moderni siano ancora armi formidabili sul campo di battaglia, come abbiamo visto è necessario un enorme sforzo logistico per mantenerli riforniti di carburante ed in funzione, il che significa che occorre anche predisporre un necessario sostegno logistico all’Ucraina in questo senso.

Dal punto di vista ucraino, queste però sono solo scuse che hanno già sentito in precedenti dibattiti su altre richieste di artiglieria e sistemi avanzati di difesa aerea. Secondo Kyiv, questo tipo di dibattiti fanno solo perdere tempo prezioso mentre si perdono sempre più vite umane.

Riferendosi specificamente alla Germania, il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha espresso la sua frustrazione in una recente intervista: "È sempre così: Prima dicono ‘no', poi difendono ferocemente la loro decisione, per poi dire ‘sì' alla fine", ha detto. "Stiamo ancora cercando di capire perché il governo tedesco si stia comportando così".

“Fate presto, il tempo non gioca a favore di Kyiv”

Per un'offensiva di successo nel sud, l'Ucraina dovrebbe addestrare i propri soldati all’uso, almeno basilare, di questi carri armati. Secondo gli esperti dell'IISS, i soldati ucraini potrebbero impiegare dalle tre alle sei settimane solo per raggiungere "una competenza di base" nell'uso dei Leopard 2 (lo stesso vale per i Challenger 2).

Tuttavia, il vero banco di prova sarà se Kyiv sarà in grado di sviluppare un piano per utilizzare efficacemente i carri armati insieme all'artiglieria, per liberare la strada alla fanteria, per proteggere i blindati e sgomberare le posizioni fortificate.

Il generale Mark Milley, capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, ha di recente annunciato un sofisticato programma di addestramento per circa 500 soldati ucraini per quello che nelle Forze Armate americane è noto come programma di "armi combinate" che richiederebbe "tra le cinque e le otto settimane" per entrare in vigore.

Ma lo stesso Milley si è anche detto pessimista sulla possibilità che ciò basti per l’Ucraina per “espellere militarmente le forze russe” dal territorio ucraino e che la cosa migliore che si possa realisticamente sperare è quella di spingere la Russia a un negoziato diplomatico partendo da una posizione di forza per l’Ucraina.

Sta di fatto che ormai per l’Occidente a questo punto è impossibile fare passi indietro. Osservando la situazione dal punto di vista di Washington, la politica, finora di successo, di Biden in Ucraina (che ha permesso a Kyiv di resistere contro ogni previsione contro l’invasione russa del Paese) significherà ben poco se gli Stati Uniti non continueranno a finanziare ed armare le forze di Zelensky fino a quando durerà il conflitto.

Ciò significa che la logica della politica americana spinge sempre di più verso un coinvolgimento più profondo degli Stati Uniti nel conflitto, anche se questo rischia di provocare nuovi attriti con Mosca e con la nuova maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, la cui ala di destra è molto scettica nei confronti di nuovi aiuti militari all’Ucraina.

Questo è anche il motivo per il quale il ritardo da parte della Germania nell'approvare l’invio di carri armati Leopard 2 è stato così frustrante sia per il Segretario alla Difesa americano Lloyd Austin che per altri alti funzionari occidentali che durante tutta la settimana appena passata hanno cercato di raggiungere, per il momento senza successo, un accordo con le loro controparti tedesche per fornire ciò di cui l'Ucraina ha bisogno ora per riconquistare il territorio.

In una conferenza stampa tenutasi dopo l'incontro di venerdì a Ramstein, Austin ha fatto buon viso a cattivo gioco, cercando di sminuire l'importanza dei carri armati Leopard 2 e di sottolineare invece ciò che la Germania ha già fornito – veicoli da combattimento, difese aeree e campi di addestramento per i soldati ucraini – in attesa che Berlino cambi idea anche sui carri armati.

Da questo ultimo punto di vista, va detto che sebbene la Germania non abbia ancora dato il suo via libera all’invio dei Leopard in Ucraina, non lo ha nemmeno escluso a priori.

Il Ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, intervistato dai giornalisti a margine della riunione di Ramstein ha infatti detto che i colloqui vanno avanti e che il suo Ministero ha nel frattempo iniziato un inventario dei Leopard in possesso dell’esercito e delle aziende private tedesche per essere pronti in qualsiasi momento a consegnarli all’Ucraina nel caso in cui venisse presa la decisione politica di farlo.

Inoltre, e questo è importante, la Germania non si è neppure opposta alla possibilità di permettere ai Paesi alleati di iniziare ad addestrare i soldati ucraini all’uso dei Leopard. Si tratta in entrambi i casi di segnali che lasciano intravedere la possibilità che alla fine la Germania possa decidere di fornire alla fine i suoi Leopard.

Il problema è però che l'Ucraina ha ormai una finestra di tempo sempre più ristretta per lanciare un'offensiva di primavera potenzialmente decisiva prima che lo facciano i russi, e i carri armati pesanti, come abbiamo visto, sono una parte fondamentale di questo sforzo.

Anche Austin, in conferenza stampa, ha ribadito il punto: stavolta il calendario non è dalla parte dell'Ucraina. "Abbiamo una finestra di opportunità, da qui alla primavera", ha detto. "Non è un periodo lungo". "Continueremo a sostenere l'Ucraina e il suo popolo nella resistenza all'aggressione russa e nella difesa del suo territorio sovrano", ha promesso Austin.

A Kyiv non resta altro che sperare che la decisione di sblocco dei Leopard non arrivi troppo tardi per avere l’impatto atteso sul campo di battaglia e che nel frattempo ciò che è stato già inviato basti per poter mettere in piedi una forza di attacco che sia in grado di compiere attacchi di successo contro le forze russe già nelle prossime settimane.

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Daniele Angrisani, 43 anni. Appassionato da sempre di politica internazionale, soprattutto Stati Uniti e Russia. 
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