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Covid 19

Perché gli esperti credono che il picco di Omicron sarà a metà gennaio

Secondo alcuni esperti il picco di casi Omicron in Europa e nel resto del mondo occidentale potrebbe essere raggiunto a metà gennaio: “Ne usciremo più forti, anche se prima ci aspettano alcune settimane difficili”.
A cura di Ida Artiaco
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Il picco dei casi Covid collegati alla variante Omicron potrebbe arrivare a metà gennaio in Europa. Sono diversi gli esperti che hanno spiegato che ci sarà nelle prossime settimane ancora una crescita significativa dei contagi, e conseguentemente anche delle ospedalizzazioni e dei morti, che comincerà a scendere solo entro la seconda del mese, quando la situazione tornerà ad essere sotto controllo. È quanto riporta il quotidiano spagnolo El Pais: alcune previsioni molto preliminari suggeriscono che il picco della nuova ondata potrebbe essere raggiunto durante la seconda settimana di gennaio e molti prevedono uno scenario con un minor numero di infezioni e casi più lievi, fatta eccezione per i soggetti più a rischio e quelli che non sono vaccinati.

"Ne usciremo più forti, ma prima ci saranno settimane difficili"

Quique Bassat, epidemiologo e ricercatore presso l'istituto ISGlobal di Barcellona, ​​ritiene in particolare che l'impatto dell'attuale ondata di Omicron, "aggiunto all'anticipo della dose di richiamo di vaccino" avrà un impatto significativo sull'immunità della popolazione. "Ne usciremo più forti, anche se prima ci aspettano alcune settimane difficili. Il margine perché i contagi continuino a crescere non è più così alto, ma dopo aver raggiunto il picco la pressione sul sistema ospedaliero resterà forte per altre due settimane", ha sottolineato Bassat, riferendosi alla situazione spagnola. Che, tuttavia, è molto simile a quella italiana: Madrid ha registrato dal 13 dicembre oltre un milione di casi Covid, la maggior parte dei quali nell'ultima settimana del 2021. Gli esperti prevedono che ancora per alcuni giorni i casi giornalieri si manterranno stabili sopra i 100mila, mentre continua la campagna di vaccinazione e di somministrazione delle terze dosi, che farà aumentare il numero di soggetti immunizzati.

La previsione di Galli

Anche Massimo Galli, già primario di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ha affermato di augurarsi che" il picco dei contagi "sia entro il mese di gennaio. Da come sta salendo la curva il virus ha l'aria di diffondere talmente tanto da non lasciar fare previsioni certe. Per un giorno o due abbiamo avuto meno tamponi e probabilmente, in proporzione più contagiati, perché in questi giorni di feste sono andati a farsi il tampone solo quelli con sintomi o con contatti diretti, ma credo che fatalmente ricominceremo ad avere un numero alto di tamponi, e ancora aumenti per una fase importante. Realisticamente dunque – ha concluso l'infettivologo – mi aspetto una crescita ancora per diversi giorni". Non solo. Anche gli studiosi dell'Institute for Health Metrics and Evaluation dell'Università di Washington, si aspettano di vedere il picco di trasmissione di Omicron intorno a metà gennaio con oltre 35 milioni di infezioni globali al giorno.

Il caso del Sudafrica

Chi ha già superato il picco dei contagi è il Sudafrica, il primo paese al mondo ad aver identificato la variante Omicron. "Tutti gli indicatori suggeriscono che il Paese ha verosimilmente superato il picco della quarta ondata" della pandemia, ha annunciato la presidenza in una nota lo scorso 31 dicembre, aggiungendo che alcune restrizioni sanitarie e il coprifuoco notturno sarebbero stati revocati. "È stato rilevato un aumento marginale dei decessi in tutte le province", si legge ancora nella nota. I contagi sono diminuiti di quasi il 30% la scorsa settimana (89.781), rispetto alla settimana precedente (127.753). E i ricoveri ospedalieri sono diminuiti in otto province su nove. "Sebbene la variante Omicron sia altamente trasmissibile, i tassi di ospedalizzazione sono stati inferiori rispetto alle ondate precedenti", ha sottolineato la presidenza.

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