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Elezioni USA 2024

Perché Donald Trump ha nominato un no-vax come Kennedy jr a capo del Dipartimento della Salute: l’analisi

L’intervista di Fanpage.it a Mattia Diletti, docente della Sapienza Università di Roma ed esperto di politica americana: “Le nomine di Donald Trump per la squadra di governo? Non è solo una questione di competenza, ma è una prova di forza. Kennedy jr figura inadeguata: è un premio alla base negazionista”.
Intervista a Mattia Diletti
Docente della Sapienza Università di Roma ed esperto di politica americana.
A cura di Ida Artiaco
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Donald Trump non si è ancora insediato alla Casa Bianca dopo la vittoria alle elezioni USA 2024 che già le sue scelte stanno facendo discutere e storcere il naso anche ad una parte del partito repubblicano. Al centro delle polemiche sono finite le nomine proposte dal neo-eletto presidente per la sua amministrazione: dall'anti-vaccinista Robert Kennedy Jr a Matt Gaetz come procuratore generale, accusato di traffico sessuale, passando per Kristi Noem, che nella sua biografia scrisse di aver ucciso il suo cane a colpi di arma da fuoco perché "lo odiava", a capo della sicurezza, e per Pete Hegseth, veterano decorato di guerra in Afghanistan e Iraq e poi star di Fox News, come capo della Difesa.

Fanpage.it ne ha parlato con Mattia Diletti, docente della Sapienza Università di Roma ed esperto di politica americana, autore di “Divisi. Politica, società e conflitti nell’America del XXI secolo” (Treccani libri, 2024), che ha fatto il punto sulle nomine di Trump e su quello che potrebbero rappresentare.

Come giudica le nomine di Trump che sono state definite dai più "controverse"? Cosa rappresentano?

"Ci sono almeno tre diversi elementi da considerare. Il primo riguarda la vittoria della strategia di polarizzazione di Trump. L'ex tycoon ha vinto due campagne elettorali polarizzando il conflitto politico su alcuni temi e in perfetta continuità con questa strategia politica, ideologica e culturale procede con nomine coerenti e, al contrario del 2016, senza compromessi con altre componenti sempre più minoritarie e sempre meno influenti del partito repubblicano. Otto anni fa era arrivato come un outsider e ha fatto alcune scelte che potremmo definire persino bipartisan, concordandole con altri leder del partito repubblicano che non avevano accettato la sua vittoria.

In questo caso siamo di fronte alla prima generazione quasi interamente trumpiana di membri del governo o a capo delle agenzie governative e quindi l'altro elemento che risalta all'occhio è quello della lealtà. Lui ha scelto persone che gli sono totalmente leali. In altri momenti storici si è scelto di accettare una quota di pluralismo per un consenso più ampio, lui invece ha fatto una scelta diversa. C'è poi secondo me anche un'altra questione: e cioè provare a piegare alla lealtà verso Trump i senatori repubblicani. I 53 senatori repubblicani non sono tutti trumpiani e si vedrà che questioni porranno su questi nominati, che in ogni caso dovranno passare proprio al vaglio del Senato che deve votare a maggioranza semplice l'approvazione di queste figure altrimenti non possono entrare in carica. Cosa faranno questi repubblicani? Piegheranno tutti la testa e accetteranno tutti le scelte di Trump o no?".

Quale è la nomina che più l'ha colpita?

"Faccio prima a dire quella che non mi ha colpito, e cioè quella di Marco Rubio a segretario di Stato (che equivale al nostro ministro degli Esteri, ndr), perché è un politico tradizionale, lontano dalla concezione di politica estera di Trump. Forse è l'unica concessione a trumpiani della seconda ora. Gli altri sono per lo più dei freak, in particolare Robert Kennedy, che è un anti-vaccinista con tutta una serie di ideologie sue anche sui Big Pharma. È una figura strana. Viene dalla sinistra, poi è entrato nell'amministrazione Trump. È del tutto inadeguato, così come Pete Hegseth proposto al dipartimento della Difesa. Quest'ultimo ha creato grandi polemiche perché sostiene che le donne non debbano essere impiegate nei teatri di guerra, ha puntato il Capo di Stato maggiore dell'esercito, afroamericano, ed è uno che ha una carriera militare ridicola. Insomma, dopo le forzature verbali della campagna elettorale ora siamo alla forzatura rispetto alla appropriatezza di queste figure rispetto al ruolo che devono rivestire. Non è solo una questione di competenza, ma è una prova di forza".

Torniamo a Kennedy. Che segnale ha voluto lanciare Trump mettendo un anti-vaccinista a capo del Dipartimento della Salute, soprattutto dopo l'emergenza Covid?

"Secondo me questo è un premio per la lealtà di Kennedy, una sorta di accordo di transazione tra i due, uno scambio che hanno fatto dopo che lo stesso Kennedy si è ritirato durante la campagna elettorale. La pandemia di Covid sembra lontana ma ha avuto un impatto anche su queste elezioni. Per cui credo che sia anche un premio per tutti coloro che hanno pensato che Anthony Fauci, Joe Biden e tutta l'amministrazione democratica con Big Pharma abbiano costruito di fatto una grande macchinazione attorno al tema del Covid. È un premio alla base negazionista".

Hegseth invece è stato nominato a capo della Difesa, il dicastero più delicato assieme a quello di segretario di Stato. L'America può davvero essere guidata da un individuo simile in un momento in cui ci sono più fronti caldi aperti, dall'Ucraina al Medioriente?

"Prima di tutto ricordiamo che queste persone devono passare al vaglio del Senato, non sappiamo cosa succederà tra due mesi, quando a inizio gennaio ci sarà il voto. E vediamo se Trump terrà il punto fermo su tutte queste proposte fatte finora. Al momento sono figure inadeguate, ma non è la prima volta che succede una cosa simile nella storia d'America, come in quella di tutti i paesi democratici. Siamo in terra incognita"

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