Perché dai negoziati di oggi in Turchia è emerso uno spiraglio di pace tra Ucraina e Russia
Per la prima volta dall'inizio dei negoziati si intravede uno spiraglio di pace nel conflitto tra Ucraina e Russia. I colloqui tenutisi oggi a Istanbul, in Turchia, tra le delegazioni dei due paesi alla presenza del presidente turco Erdogan si sono conclusi con segnali incoraggianti da entrambe le parti: se da un lato infatti le parti ucraine hanno fatto sapere che "ora ci sono le condizioni per un incontro tra Zelensky e Putin", dall'altro, per la prima volta, i russi hanno parlano di "colloqui costruttivi" e hanno annunciato una drastica riduzione delle operazioni militari nelle zone di Kyiv e Chernihiv.
I passi avanti di Mosca per "aumentare la fiducia reciproca"
Al termine dei colloqui è stata confermata da entrambe le parti l'intenzione di trattare mettendo sul tavolo dei negoziati proposte concrete: se Mosca infatti ha detto che ci sarà una riduzione radicale delle operazioni militari "per aumentare la fiducia reciproca e creare le condizioni necessarie per ulteriori negoziati", l'Ucraina avrebbe fornito garanzie sulla non adesione alla Nato, garantendo la neutralità militare chiesta da Mosca. Kiev avrebbe però chiesto il cessate il fuoco, confermato la volontà di un'ingresso nell'Unione Europea e soprattutto convogli umanitari. Dunque dopo settimane di trattative sospese che hanno portato a un nulla di fatto, i colloqui di oggi a Istanbul si sono conclusi con uno spiraglio di ottimismo.
Lo scetticismo Usa: c'è quello che la Russia fa e quello che la Russia dice
Scettici rispetto ai negoziati sono stati invece gli Stati Uniti: secondo il segretario di Stato Antony Blinken la continua offensiva militare di Mosca che finora non ha dato prova di voler diminuire i propri attacchi in Ucraina lascia poco spazio all'ottimismo: "Da una parte c'è quello che la Russia dice e dall'altra quello che la Russia fa – le parole di Blinken in conferenza stampa col suo omonimo marocchino da Rabat – noi siamo concentrati su quest'ultimo, e quello che la Russia ha fatto è la brutalizzazione dell'Ucraina e del suo popolo". Oleksandr Chaly, membro della delegazione ucraina, ha affermato che i colloqui con la Russia continueranno nelle prossime due settimane. Le consultazioni sono già iniziate con i paesi garanti, che potrebbero essere invitati a inviare rappresentanti ai prossimi negoziati, ha affermato.
Il fulcro della proposta ucraina resterebbe comunque la promessa di mantenere la neutralità militare richiesta da Mosca, in cambio però di un sistema di sicurezza per il paese garantito da partner internazionali tra cui Stati Uniti e Turchia e altri. I negoziatori ucraini hanno paragonato l'offerta all'articolo 5 della Carta della NATO, che garantisce la difesa collettiva dell'alleanza: le parti garanti, compresi i Paesi europei, il Canada e Israele, fornirebbero assistenza militare e armi all'Ucraina in caso di attacco.