Perché centinaia di famiglie stanno scappando da Hong Kong
Sono centinaia i cittadini di Hong Kong che stanno fuggendo dalla città a causa del nuovo record di casi di Covid-19 raggiunto nell'ex colonia britannica. Secondo quanto riporta il South China Morning Post, sono tantissime le famiglie che si sono messe in fila dalle prime ore della mattina al checkpoint di Shenzhen per riuscire ad entrare nella Cina continentale. Fuggono dai casi in aumento e dalla prossima nuova stretta sulle misure anti-Covid per controllare la diffusione della variante Omicron.
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.514 nuovi casi e tre decessi. Tra questi anche un bambino di 4 anni. Numeri ai quali i cittadini di Hong Kong non sono abituati. Dal primo al 10 febbraio già 15mila persone hanno raggiunto il checkpoint per fuggire dall'ex colonia britannica. Molti, secondo quanto riporta il quotidiano, hanno già prenotato una stanza d'albergo nella provincia del Guangdong per sottoporsi a due settimane di quarantena. Nel frattempo a Shenzen si incontreranno nella giornata di oggi i funzionari di Hong Kong e il governo centrale per mettere a punto una strategia. Si discuterà dell'invio in città di kit per i test molecolari e l'assistenza per iniziare a costruire nuove strutture per la quarantena.
Uno dei problemi principali di Hong Kong è il basso tasso di vaccinazione tra la popolazione anziana: solo il 20% degli over 80 ha entrambe le dosi e soltanto la metà nella fascia tra i 70-79 anni è vaccinata. Per questo motivo, sono state ulteriormente inasprite le misure anti-Covid: il tetto degli assembramenti nei luoghi pubblici abbassato da 4 a 2 persone, mentre nei luoghi di culto e parrucchieri dovranno sospendere le attività fino al 24 febbraio. A partire da questa data, supermercati, grandi magazzini e mercati saranno accessibili solo a coloro che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino.
Nel frattempo i cittadini rimasti hanno preso d'assalto i supermercati e i mercati che vendono prodotti freschi. Molti degli scaffali dei supermercati sono rimasti vuoti e sono già tante le difficoltà di rifornimento. Hong Kong esclude per il momento un lockdown duro che blocchi l'intera filiera di logistica e produzione