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Guerra in Ucraina

Perché Burger King è l’ultima società americana rimasta in Russia

La scorsa settimana Restaurant Brands International (RBI), proprietaria di Burger King, ha annunciato la chiusura di tutte le sue attività in Russia; ciò non è stato possibile però a causa di un contratto stipulato con Alexander Kolobov, principale partner in franchising della catena di fast food.
A cura di Davide Falcioni
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Burger King chiude in Russia. Anzi, no. La scorsa settimana  Restaurant Brands International (RBI), proprietaria della celebre catena di fast food, ha annunciato la chiusura di tutte le sue attività in Russia come forma di protesta per l'invasione dell'Ucraina, allineandosi a una decisione già presa da centinaia di importanti marchi occidentali: quella di "boicottare" la Russia per l'avventura bellica cominciata il 24 febbraio. Come spesso accade, però, alle "buone intenzioni" non sono seguite conseguenze concrete a causa, stavolta, di una complicata diatriba legale. In Russia, infatti, RBI aveva da tempo stipulato un contratto con Alexander Kolobov, il suo principale partner in franchising, ed è stato proprio lui a mettersi di traverso e bloccare la chiusura dei ristoranti.

Come ha spiegato il Guardian, Kolobov ha risposto di non essere in condizione di infrangere i "complicati" contratti che ha sottoscritto con partner esteri e di voler di conseguenza onorare quegli accordi. In una lettera allo staff, il presidente di Restaurant Brands International, David Shear, ha dichiarato: "Abbiamo contattato il principale operatore dell'attività e chiesto la sospensione delle attività dei ristoranti Burger King in Russia. Si è rifiutato di farlo". Shear ha aggiunto che apportare modifiche all'attività locale di Burger King "richiederebbe in definitiva il supporto delle autorità russe sul campo, e in pratica sappiamo che non accadrà presto", anche perché negli 800 ristoranti della popolare catena di fast food lavorano migliaia di uomini  e donne russe.    Molte aziende occidentali hanno chiuso o sospeso le loro attività nel Paese, e a farne le spese sono stati in primis i dipendenti ritrovatisi improvvisamente senza un lavoro.

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