Perché Biden ha concesso l’immunità al principe saudita bin Salman per l’omicidio Khashoggi
L'amministrazione statunitense del Presidente Biden ha concesso l’immunità al principe saudita Mohammed bin Salman per il caso dell’omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita entrato nel consolato dell'Arabia Saudita di Istanbul in Turchia quattro anni fa, ucciso e fatto sparire nel nulla da agenti di Riad.
Secondo le inchieste, a ordinare l’omicida del giornalista considerato dissidente politico, morto è smembrato lo stesso giorno della sparizione, il 2 ottobre del 2018, sono state proprio le autorità saudite e in particolare gli stessi membri della casa reale. La Cia in particolare ritiene che il mandante dell'omicidio fosse stato proprio Mohammed bin Salman, da anni leader di fatto della monarchia saudita.
Il principe Mohammed bin Salman aveva inizialmente negato ogni coinvolgimento nell'uccisione del giornalista ma poi aveva ammesso che l'omicidio era avvenuto "sotto la sua responsabilità". Per questo la compagna di Khashoggi, Hatice Cengiz, aveva intentato una causa per trascinarlo in tribunale in Usa insieme ad altri collaboratori, presunti complici del delitto.
Con una dichiarazione rilasciata giovedì sera tardi da Washington, però, è arrivata la doccia fredda. L'amministrazione Biden infatti ha affermato che la recente nomina del principe ereditario al ruolo di primo ministro significava che era "il capo del governo in carica e, di conseguenza, immune" dalla causa. Bin Salman, principe ereditario, era stato nominato primo ministro dal padre, il re Salman, lo scorso settembre ma di fatto ricopriva già questo ruolo.
I legali del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti hanno spiegato che l'amministrazione ha "stabilito che l'imputato bin Salman, in quanto capo in carica di un governo straniero, gode dell'immunità presso la giurisdizione dei tribunali statunitensi in conseguenza di questo ruolo".
In pratica è stata accolta la richiesta di archiviare il caso che i legali avevano avanzato davanti alla corte distrettuale di Washington. La posizione del governo degli Stati Uniti, che è stata depositata presso un tribunale distrettuale degli Stati Uniti, infatti, porterà probabilmente il giudice ad archiviare la causa civile.
"Jamal oggi è morto di nuovo, pensavamo che forse ci sarebbe stata una luce di giustizia dagli Usa ma, ancora una volta, il denaro è venuto prima. Questo è un mondo che io e Jamal non conosciamo" è l’amaro sfogo di Cengiz.
“Il governo degli Stati Uniti ha espresso forti preoccupazioni per l'orribile uccisione di Jamal Khashoggi e ha sollevato queste preoccupazioni pubblicamente e con i livelli più alti del governo saudita", ha affermato il Dipartimento di Giustizia, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno anche imposto sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti connessi all'omicidio. "Tuttavia, la dottrina dell'immunità del capo di stato è ben consolidata nel diritto internazionale ed è stata costantemente riconosciuta nella pratica di lunga data anche se non riflette un giudizio sulla condotta in questione nel contenzioso", hanno aggiunto.