“Perché abbiamo sbagliato tutto all’inizio della pandemia”: il rapporto che inchioda il governo Uk
L'incapacità del Regno Unito di fare qualcosa di concreto e di tempestivo fermare la diffusione del Covid all'inizio della pandemia è stato uno dei peggiori fallimenti del sistema di salute pubblica nazionale. Non usano mezzi termini i parlamentari inglesi del Comitato per l'assistenza sanitaria e sociale e del Comitato per la scienza e la tecnologia, firmatari di un report, reso publico nelle scorse ore, che analizza punto per punto cosa è andato storto nella gestione dell'emergenza Coronavirus da parte del governo guidato da Boris Johnson. In particolare, si legge, l'approccio dell'esecutivo, sostenuto dai suoi scienziati, è stato quello di cercare di far fronte alla situazione e di ottenere l'immunità di gregge attraverso l'infezione. Il che ha comportato un sensibile ritardo nell'introduzione del primo lockdown, che è costato molte vite umane, anche se non sono mancati i successi, come quello della campagna di vaccinazione, definite come "una delle iniziative più efficaci nella storia del Paese".
Lockdown troppo tardi è costato molte vite umane
Nelle 150 pagine del documento, i comitati passano in rassegna una varietà di successi e allo stesso tempo di fallimenti relativi alla gestione della pandemia di Covid, che proprio nel Regno Unito ha causato più di 150mila vittime fino ad oggi ed è stata descritta come la "più grande sfida in tempo di pace" nell'ultimo secolo. "Il Paese ha combinato alcuni grandi risultati con alcuni grandi errori. È fondamentale imparare da entrambi", si legge in una dichiarazione che accompagna il rapporto. In particolare, tra gli errori che sono costati di più c'è stato il ritardo nel decidere l'entrata in vigore del lockdown: quando il Covid è arrivato in Inghilterra, sostengono i parlamentari, l'approccio del governo è stato quello di gestire la sua diffusione attraverso la massima trasmissione del virus nella popolazione piuttosto che cercare di fermarla, e di ottenere l'immunità di gregge tramite l'infezione, come una normale influenza, sulla base dei consigli dei consulenti scientifici del The Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage). Da gennaio, il primo blocco è stato annunciato soltanto nella seconda metà di marzo 2020.
Il risultato è stato che nelle prime settimane dell'emergenza è stato fatto troppo poco per fermare la diffusione del Covid, nonostante le prove dalla Cina e poi anche dall'Italia che si trattava di un virus altamente contagioso, capace di causare malattie gravi e per il quale non esisteva una cura. "I nostri comitati – si legge nel rapporto – hanno osservato che il Regno Unito non ha tratto abbastanza vantaggio dall'apprendimento e dall'esperienza generati in altri paesi, in particolare nell'Asia orientale, per gestire quella situazione", parlando anche di velo di ignoranza che avrebbe coperto le scelte iniziali. "Questo approccio ha significato che gli eventi che potrebbero aver diffuso il virus all'inizio dell'emergenza sono proseguiti, come la partita di calcio tra Liverpool FC e Atletico Madrid l'11 marzo – il giorno in cui il Coronavirus è stato classificato come pandemia dall'OMS – con una folla di oltre 50mila persone, e come il Cheltenham Festival of Racing tenutosi tra il 10 e il 13 marzo, dove si sono riunite più di 250mila persone", afferma il rapporto. Approccio lento e caotico anche per quanto riguarda il sistema di tracciamento. Il Regno Unito, continuano i Comitati, è stato uno dei primi paesi al mondo a sviluppare un test per Covid nel gennaio 2020, ma nonostante ciò non è riuscito a tradurlo in un efficace sistema di test e tracciamento durante il primo anno della pandemia. Per settimane durante il primo picco della pandemia, a marzo 2020, sono stati testati solo i ricoverati in ospedale.
Ma la campagna di vaccinazione è stata un successo
Non sono mancati tuttavia i successi. In primis, è stata definita tale la campagna di vaccinazione e il modo in cui il governo inglese ha sostenuto lo sviluppo di una serie di vaccini, primo tra tutti quello realizzato da Oxford-AstraZeneca. L'intero programma è stato uno "delle iniziative più efficaci della storia e alla fine aiuterà a salvare milioni di vite qui e in tutto il mondo", si legge nel documento, che ha portato all'immunizzazione dell'80% della popolazione vaccinabile entro lo scorso mese di settembre. Il che ha consentito il ritorno alla maggior parte delle attività quotidiane della normalità pre-pandemica. Non solo. Al Servizio Sanitario Nazionale (NHS) e al governo è stato anche attribuito il modo in cui è stata aumentata la capacità di posti letto in terapia intensiva negli ospedali per garantire che la maggioranza dei pazienti Covid che aveva bisogno di cure specifiche le ricevesse.