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Per un gruppo di esperti dell’Onu le elezioni in Venezuela non sono credibili: “Manca trasparenza”

Le elezioni in Venezuela non possono essere considerate credibili, perché nello scrutinio sono mancate delle “misure fondamentali di trasparenza e integrità”. È un gruppo di esperti dell’Onu a dirlo.
A cura di Annalisa Girardi
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Nelle elezioni in Venezuela – dopo la quale Nicolas Maduro è stato riconfermato alla guida del Paese, facendo scoppiare le proteste – sono mancate delle "misure fondamentali di trasparenza e integrità, essenziali per essere credibili". È quanto afferma un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, chiamato ad alcune considerazioni sulla gestione delle operazioni di voto e di comunicazione dei risultati. In un rapporto che è stato visualizzato dall'EFE, agenzia di stampa spagnola, gli osservatori dell'Onu sottolineano che quando il Consiglio elettorale nazionale venezuelano (Cne) ha proclamato la rielezione di Maduro, non ha accompagnato alcun dato all'esito del voto. Questi annunci "senza la pubblicazione dei dettagli o la consegna delle tabelle dei risultati ai candidati, non hanno precedenti nelle elezioni democratiche contemporanee", ribadiscono gli esperti.

La mancanza di trasparenza, prosegue il report, "ha avuto un impatto negativo sulla fiducia di gran parte dell'elettorato venezuelano nel risultato annunciato dal Cne", come dimostrano le proteste scoppiate in queste settimane, in cui sono state uccise oltre venti persone, mentre più di un migliaio sono state arrestate. Delle cifre che, proseguono gli esperti, che "hanno continuato ad aumentare".

In tutto ciò, i dati dello scrutinio realizzato dalle opposizioni – che contestano l'esito comunicato dal Cne, ovviamente – possono essere utilizzati per verificare l'attendibilità del risultato, sempre secondo gli esperti dell'Onu. Questi dati, ottenuti dalle opposizioni dai propri rappresentanti di lista presenti in quasi tutti i seggi elettorali, "presentano tutte le caratteristiche di sicurezza dei protocolli originali" e ciò suggerisce che "può essere disponibile una salvaguardia fondamentale della trasparenza, rispetto a qualsiasi risultato rilasciato ufficialmente". Lo scrutinio emerso da questi dati assegna la vittoria a Edmundo Gonzalez Urrutia, candidato d'opposizione a Maduro, con ampio margine di vantaggio.

Questo report era inizialmente inteso in via confidenziale, di disponibilità unicamente del segretario generale Antonio Guterres. È stato poi deciso di renderlo pubblico in questa versione preliminare, ma ne seguirà comunque una seconda, ufficiale. Già da ora è possibile però notare tutte le criticità evidenziate dagli esperti, che non riguardano ‘solo' le operazioni di scrutinio e di comunicazione del voto: la campagna elettorale è stata infatti segnata da restrizioni "dello spazio civico e politico" e da una presenza diseguale dei candidati nei media statali. Nel report si legge: "Il periodo pre elettorale è stato segnato da continue restrizioni dello spazio civico e politico. La campagna del governo ha dominato i media statali, con un accesso molto limitato per i candidati dell'opposizione".

Intanto il presidente del Parlamento venezuelano, Jorge Rodríguez, ha proposto una riforma della legge elettorale nel suo Paese che vieta la presenza di osservatori stranieri.  "Propongo di fare una riforma delle leggi elettorali del Venezuela in modo che nessuno straniero possa mai più prendere posizione su tutto ciò che ha a che fare con le elezioni. Perché devono venire? In nome di cosa? Che tipo di capacità hanno?", ha detto durante una seduta del Parlamento, definendo "immondizia" il gruppo di esperti Onu.

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