“Per noi non è lo zar”. Proteste anti-Putin in Russia, fermato l’oppositore Navalny
Ancora un arresto per il Alexey Navalny. Col presidente Vladimir Putin che si accinge a cominciare il suo quarto mandato, piazza Puskin a Mosca è stata infiammata dal corteo di protesta promosso dal leader dell'opposizione russa. “Non è il nostro zar”, questo lo slogan con cui i sostenitori di Navalny hanno manifestato, non solo a Mosca, ma anche a San Pietroburgo e a Krasnoyarsk. Nella città siberiana ci sono stati tafferugli con le forze di sicurezza che hanno fermato alcuni attivisti. Secondo la testata online Meduza, si registrano fermi anche a Tomsk, Barnaul e Chelyabinsk. In quest’ultima città, secondo l’ong Ovd-info, i fermati sono almeno 15. “Gli arresti sono stati brutalmente condotti", denuncia il gruppo, che sottolinea che alcuni detenuti hanno graffi e lividi. C’è da dire che nella maggioranza delle città i cortei non hanno ricevuto l'autorizzazione delle autorità.
Nel giorni scorsi le autorità russe avevano allertato sulle possibili "conseguenze negative" della partecipazione a cortei non autorizzati. In un tweet, lo stesso Navalny aveva replicato "E io vorrei ricordare delle conseguenze negative per chi non partecipa. Se rimanete a casa la banda di Putin distruggerà il Paese e vi priverà del vostro futuro".
Nel 2012 furono decine di migliaia i russi che scesero in piazza per protestare contro l'inaugurazione del terzo mandato di Putin, nelle manifestazione si verificarono scontri con la polizia e centinaia di persone furono arrestate. Una trentina di dimostranti fu incriminata e molti furono condannati a pene tra due anni e mezzo e quattro anni e mezzo di carcere. A distanza di sei anni, la storia si è ripetuta in vista del suo quarto mandato presidenziale, ufficialmente previsto lunedì, a meno di due mesi dal trionfo elettorale alle presidenziali.