Per l’Oms la pandemia di Covid è a un punto critico: “Crescita esponenziale di casi e decessi”
La pandemia di Covid-19 è a un "punto critico", con le infezioni che crescono in maniera esponenziale soprattutto in Sudamerica e in Asia. È quanto ha affermato questo pomeriggio Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Ginevra, nel corso della quale è stato fatto il punto sulla situazione epidemiologica a livello globale. "A gennaio e febbraio, il mondo ha visto per sei settimane consecutive un calo dei contagi di Coronavirus. Ora, invece, veniamo da sette settimane consecutive di casi in aumento e da quattro settimane di decessi in aumento. La scorsa settimana è stato il quarto numero più alto di casi in una sola settimana finora", ha aggiunto.
Secondo Ghebreyesus, alcune nazioni in Asia e nel Medio Oriente "hanno assistito a grandi aumenti dei contagi da Covid-19 nonostante oltre 780 milioni di dosi del vaccino siano state inoculate in tutto il mondo. Non cadiamo in errore, i vaccini sono uno strumento potente e vitale ma non l'unico", ha aggiunto il numero uno dell'Oms, che ha sottolineato: "Lo vediamo giorno dopo giorno e continueremo a ribadirlo. Il distanziamento sociale funziona. Le mascherine funzionano. Lavarsi le mani funziona. La ventilazione funziona, la sorveglianza, i test, il tracciamento dei contatti, l'isolamento, la quarantena e le cure compassionevoli funzionano, sono tutte cose che funzionano nel fermare il Covid-19 e salvare vite".
Tuttavia, la strada verso la fine della pandemia è ancora in salita. Sotto accusa, secondo l'Oms, ci sarebbe l'approccio "confuso, incoerente e compiacente" di molti governi nella gestione dell'emergenza sanitaria che sta prolungando il contagio, laddove servirebbe "un approccio coerente e coordinato". Ghebreyesus ha poi sottolineato che "noi non vogliamo lockdown infiniti, vogliamo vedere le società e le economie riaprire e i viaggi e il commercio riprendere, ma al momento i reparti di terapia intensiva stanno traboccando e le persone stanno morendo, e sono tutte cose evitabili". L'Oms ha infine ricordato che "questa malattia non è l'influenza. Sono morte persone giovani e sane. E ancora non comprendiamo appieno le conseguenze a lungo termine dell'infezione per coloro che sopravvivono". Tuttavia, ha concluso Ghebreyesus, ci sono "ragioni per essere ottimisti. Il calo dei casi e dei decessi durante i primi due mesi dell'anno dimostra che questo virus e le sue varianti possono essere fermati".