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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Per Gaza piccoli spiragli di Pace tra Israele e Hamas: “Incontro costruttivo, fatti progressi”

“Nell’incontro di Parigi sono stati compiuti alcuni progressi” hanno spiegato fonti diplomatiche. “Incontro costruttivo ma ci sono ancora divari significativi tra le parti che saranno discussi in altri incontri in questa settimana” ha annunciato l’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu.
A cura di Antonio Palma
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Si aprono piccoli spiragli di pace per Gaza. Dall'incontro sui negoziati per una tregua e il rilascio degli ostaggi israeliani, infatti, sarebbero stati fatti passi in avanti tra Israele e Hamas. Lo hanno confermato fonti diplomatiche di Tel Aviv al termine del colloquio avvenuto oggi nella capitale francese alla presenza dei rappresentanti di Qatar, Stati Uniti ed Egitto che hanno promosso l'iniziativa.

"Nell'incontro di Parigi sono stati compiuti alcuni progressi" ha detto una fonte diplomatica alla tv israeliana Kan a conclusione dell'incontro tra il capo del Mossad David Barnea con il premier del Qatar Mohammed bin Hamad bin Khalifa Al Thani, il capo della Cia Bill e quello dell'intelligence egiziana Abbas Kamel. Un concetto poi ribadito anche dall'ufficio del primo ministro israeliano, secondo il quale tra le parti ci sono ancora notevoli distanze che però saranno discusse nei prossimi giorni.

Il dialogo per arrivare a un possibile tregua a Gaza dunque prosegue. "L'incontro è stato costruttivo ma ci sono ancora divari significativi tra le parti che saranno discussi in altri incontri in questa settimana" ha spiegato infatti l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu in una nota, senza però indicare i dettagli su cui si è discusso.

Secondo l'Associated Press, i negoziatori statunitensi, compreso il direttore della CIA, William Burns, avrebbero proposto dei negoziati incentrati su una pausa di due mesi nei combattimenti tra le forze israeliane e Hamas. Nel dettaglio, funzionari statunitensi avrebbero proposto un cessate il fuoco temporaneo iniziale di 30 giorni per consentire la liberazione degli ostaggi feriti, di anziani e donne. A questa prima fase seguirebbe poi una seconda pausa del conflitto di 30 giorni in cui verrebbero rilasciati i soldati israeliani e gli ostaggi maschi, in concomitanza con un aumento degli aiuti consentiti a Gaza.

I funzionari di Hamas, che non partecipano direttamente a questa fase dei colloqui, in realtà durante i colloqui tenutisi a Doha nelle ultime settimane hanno ripetutamente chiesto un cessate il fuoco totale come condizione essenziale, oltre allo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Recentemente Israele ha offerto una tregua di due mesi in cambio di ostaggi, ma senza garantire la fine definitiva della guerra.

Anche per questo dagli Usa si dicono cauti. "Siamo fiduciosi nei progressi, ma non dobbiamo aspettarci alcuno sviluppo imminente", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, in una conferenza stampa.

Questa settimana il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha inviato Brett McGurk, il suo inviato in Medio Oriente, al Cairo e a Doha, nel tentativo di stimolare ulteriori progressi nei negoziati sugli ostaggi. Biden ha parlato anche con l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, e col presidente egiziano, Abdel Fatah al-Sisi. "Questo è il momento in cui devono essere compiuti tutti gli sforzi per concludere un accordo che porti al rilascio di tutti gli ostaggi insieme a una prolungata pausa umanitaria nei combattimenti”, ha affermato la Casa Bianca in una nota.

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