Per Breivik un carcere senza sbarre (VIDEO)
Anders Breivik sarà trasferito in un istituto di detenzione privo di celle, che di certo non può essere definito un vero e proprio penitenziario, in quanto non ci saranno né muri né manette che potranno farlo sentire realmente un uomo non libero. Nell'isola di Bastoy, in Norvegia, nel carcere di cui stiamo parlando, ci sono 115 detenuti che hanno libertà di movimento. Il sistema carcerario norvegese, infatti, si basa su dei principi meno coercitivi e restrittivi rispetto a quelli vigenti nel nostro Paese, in quanto lo scopo principale è quello di reinserire i soggetti che hanno assunto comportamenti devianti nella società di appartenenza.
Il killer di Utoya, se e quando sarà condannato, potrebbe essere sottoposto a questo regime di detenzione: nel penitenziario, dunque, un detenuto può svolgere tutte le attività che metterebbe in pratica, se stesse comodamente a casa sua. Tra queste, c'è la possibilità di cucinare cibo regolarmente comprato al supermercato. Persino alcuni carcerati non riescono a scontare la propria pena con regole così flessibili, pertanto desiderano tornare in celle di massima sicurezza.
La dignità dell'uomo alla base del sistema penitenziario norvegese: il rispetto della persona è alla base delle regole che soggiacciono all'organizzazione delle carceri norvegesi. Non ci sono regole rigide e tutto viene concepito in funzione della dignità del singolo soggetto detenuto. Sembra che tale sistema funzioni: infatti, si stima che solo il 20% dei carcerati ritornati liberi ritornino a delinquere. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, invece, la percentuale dei detenuti che torna a commettere reati ammonta al 50%.