Per 14 anni madre nasconde il figlio al mondo, niente scuola né medici: “Relazione totalizzante”
Uno dei primi giorni di luglio 2022 al pronto soccorso dell’ospedale di Rennes, capoluogo della Bretagna (Francia), si presentano una mamma e suo figlio. Il ragazzo che i medici si trovano davanti – e che si scoprirà avere 14 anni – è scheletrico, alto meno di un metro e cinquanta e pesa solo 25 chili. Parla in modo strano e hanno l’impressione che sia a disagio o abbia paura delle altre persone.
Inevitabilmente scatta la segnalazione alle autorità e ai servizi sociali, che cominciano quindi a indagare su quel peculiare nucleo familiare. Quella che emerge è la storia di una relazione madre-figlio totalizzante: il ragazzo ha praticamente vissuto per tutta la sua esistenza, ben 14 anni, da solo in casa con la madre, in quello che dagli assistenti sociali viene definito “uno stato di degrado”, di salute e abitativo.
Il ragazzo, nato all’estero, non ha mai frequentato un giorno di scuola, non ha fatto nessun vaccino né aveva mai visto un medico in vita sua, almeno fino allo scorso luglio.
La bolla d’invisibilità che circondava la stessa esistenza dell’adolescente si è rotta quando, a causa di una reazione allergica – probabilmente a una pastiglia per la gola – la madre si è vista costretta a portarlo al pronto soccorso.
Dalla segnalazione dei medici, emerge che di quel ragazzo nessuno sapeva nulla, per lo Stato era praticamente inesistente. La donna è ora indagata e rischia fino a 7 anni di carcere e 100.000 euro di multa; il giovane è stato invece preso in carico dagli assistenti sociali e si trova in un istituto da ormai 10 mesi.
La madre 48enne, Stéphanie D., diplomata in architettura e storia dell’arte, sta preparando la sua difesa, con l’intento di riottenere la custodia del figlio. Intervistata dall’emittente francese BFM TV, ha dichiarato di aver sempre avuto a cuore il benessere del figlio, al quale non avrebbe mai fatto mancare nulla: “Eravamo felici, e adesso siamo infelici entrambi. Mio figlio non è mai andato a dormire affamato, era nutrito in modo adeguato sia dal punto di vista della quantità che della qualità”.
La donna ha anche raccontato di aver vissuto con il ragazzo a Parigi per una decina di anni, prima del trasferimento in Bretagna nel 2021, probabilmente dopo aver ricevuto una convocazione del giudice minorile, a seguito di una segnalazione ai servizi sociali.
Nella capitale, i due sarebbero andati a teatro, nei musei e in biblioteca; tutto questo, comunque, senza che il ragazzo venisse mai iscritto a scuola.
Non si tratterebbe quindi di un caso di segregazione violenta in condizioni di semi-prigionia, ma comunque di un’inquietante realtà basata sull’interdipendenza tra madre e figlio, senza alcun tipo di interferenza esterna.
L’adolescente, intervistato da Le Figaro, difende la madre e tratteggia un’esistenza diversa da quella denunciata dagli assistenti: “Qualcuno crede che io vivessi come un vampiro, ma è completamente falso – sostiene il giovane – Non ho mai vissuto da recluso, per esempio ho partecipato a tornei di carte dei Pokemon. Vivevo in un ambiente molto ricco, mia madre mi portava dagli antiquari, nelle librerie, facevo cose che mi piacevano”.
Nonostante il suo “stato degradato”, secondo la definizione dei medici che lo hanno visitato la prima volta, il ragazzo non avrebbe mai avuto problemi con il cibo: “A casa, se avevo fame, potevo prendere quello che volevo, da quando sono in istituto, è stato l'esatto contrario. Non tutto mi piace e spesso devo comprarmi da mangiare con i soldi che mi dà mia madre quando ci vediamo”.
“Adesso in istituto subisco le violenze e gli insulti degli altri bambini. Ora resto spesso chiuso nella mia camera a leggere per ore e ore. Voglio mia madre".
Il processo è fissato per il prossimo 5 ottobre, e in quella sede si dovrà indagare sul peculiare rapporto madre-figlio, e se questo potrà essere giudicato patologico e quindi nocivo per la crescita del ragazzo.
La 48enne sarà inoltre incriminata per aver violato la legge francese sull’obbligo scolastico, in totale rischia fino a 7 anni di carcere.