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“Pensavo che i passeggeri fossero stati risucchiati” , il racconto della pilota del volo Alaska Airlines

Il racconto di Emily Wiprud, pilota del Boeing 737 Max 9 dell’Alaska Airlines che lo scorso 5 gennaio ha perso un portellone durante il volo a 16.000 piedi di altezza. A momento dell’incidente il primo ufficiale pensava a un bilancio drammatico ma né lei né il suo capitano erano a conoscenza del fatto che la portiera sul lato sinistro della fusoliera si fosse staccata.
A cura di Antonio Palma
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Un botto improvviso durante il volo, le cose che volano via e lo stordimento, poi lo sguardo verso i passeggeri e il timore che alcuni di loro fossero stati risucchiata via. Sono i terribili momenti e le sensazioni vissute dalla pilota del Boeing 737 Max 9 dell'Alaska Airlines che lo scorso 5 gennaio ha perso un portellone durante il volo a 16.000 piedi e ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza. "Il primo segnale è stata un'esplosione nelle orecchie e poi un sibilo d'aria" ha raccontato Emily Wiprud che in quel momento pensava a un bilancio drammatico.

"Il mio corpo è stato spinto in avanti e c'è stato anche un forte botto. La porta della cabina di pilotaggio era aperta. Ho visto dei tubi penzolare dalla cabina" ha raccontato la pilota alla CBS News, ricostruendo quel terribile incidente che per puro caso non ha  causato vittime. Dopo aver perso il portellone in volo, infatti, numerosi oggetti sono stati trascinati via e risucchiati attraverso la fessura ma tutti i passeggeri sono rimasti attaccati alle cinture.

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Così come i cellulari dei passeggeri, anche le cuffie della pilota sono volate via. In quel preciso momento lei si è guardata intorno e ha visto "posti vuoti e feriti" e ha temuto che anche alcuni passeggeri fossero stati scaraventati fuori dall'aereo. Wiprud ha affermato di ricordare di aver guardato lungo il corridoio dell'aereo e di aver visto numerosi passeggeri che la fissavano, alcuni dei quali feriti.

Il primo ufficiale a quel punto aveva capito che vi era stata una perdita di pressurizzazione sull'aereo e sapeva che era avvenuto qualcosa di "catastrofico" ma nemmeno lei immaginava che l'emergenza fosse dovuta alla perdita di un portellone. Solo quando ha concluso l'atterraggio di emergenza all'aeroporto internazionale di Portland, col suo collega, si è resa conto di quanto era avvenuto e che per caso i 171 passeggeri e quattro assistenti di volo si erano salvati tutti.

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Wiprud ha affermato che né lei né il suo capitano erano a conoscenza del fatto che la portiera sul lato sinistro della fusoliera si fosse staccata ma hanno dichiarato subito emergenza, dirigendosi verso lo scalo più vicino. "Ricordo di aver indossato la maschera dell'ossigeno e di aver provato a trasmettere i dati al controllo del traffico aereo ma non riuscivo a sentire niente" ha raccontato la donna, concludendo: "Il mio capitano è un eroe. Lo stesso vale per gli assistenti di volo, lo stesso vale per tutto il personale che era lì per supportarci quel giorno".

Un'indagine condotta in seguito dal National Transportation Safety Board rivelò che al velivolo mancavano i bulloni che avrebbero dovuto fissare il portellone, un pannello che copre le fessure nella fusoliera dell'aereo utilizzate per le uscite di emergenza. L'incidente spinse la Federal Aviation Administration a mettere temporaneamente a terra tutti i Boeing 737 Max 9 dotati dello stesso portellone, dando inizio a una serie di scandali e problemi presso la celebre azienda aerospaziale, che è stata poi oggetto di inchiesta da parte della FAA, del Dipartimento di Giustizia e dell'FBI. Inchieste che hanno rivelato una serie di pratiche discutibili tra cui parti difettose che venivano riparate solo durante l'assemblaggio.

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