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Pena di morte in Florida: giustiziato un uomo che uccise una bimba nel 1980

Pena di morte nei confronti di un uomo condannato per aver rapito e ucciso Elisa, una bambina di 10 anni. Si tratta del 59enne Larry Eugene Mann, è stato ucciso con un’iniezione letale. Il fratello della vittima: “32 anni per punire un pedofilo”.
A cura di Susanna Picone
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Pena di morte nei confronti di un uomo condannato per aver rapito e ucciso nel 1980 Elisa, una bimba di 10 anni. Si tratta del 59enne Larry Eugene Mann, è stato ucciso con un’iniezione letale. Il fratello della vittima: “32 anni per punire un pedofilo”.

Larry Eugene Mann, 59 anni, condannato a morte dopo che il 4 novembre del 1980 rapì e uccise una bambina, è stato giustiziato nel carcere di Starke, in Florida. L’uomo, prigioniero per più di 32 anni, è stato dichiarato morto per iniezione letale alle 19.20 (ora locale) dalle autorità carcerarie. Si tratta dell’unica esecuzione programmata per quest’anno in Florida e il settimo uomo giustiziato in tutti gli Stati Uniti. Larry Eugene Mann si macchiò del suo terribile crimine nel 1980: l’uomo rapì Elisa Vera Nelson, una bambina di appena 10 anni, che stava andando a scuola in bici in ritardo dopo una visita dal dentista. Mann portò la piccola in un bosco e la uccise tagliandole la gola. Le sfondò anche il cranio colpendola alla testa con un blocco di cemento. Poi tornò a casa e tentò il suicidio.

“Questa morte non riporterà indietro Elisa” – Un giorno dopo il terribile delitto fu trovato il corpo senza vita della bambina, il criminale si difese con la polizia dicendo di aver fatto “una cosa stupida”. L’uomo era già noto per aggressioni di carattere pedofilo. In una dichiarazione diffusa poco dopo l'esecuzione, il fratello della vittima ha denunciato "le falle di un sistema giudiziario che ha impiegato 32 anni per punire un pedofilo che aveva confessato il sequestro e l'omicidio di una bambina di 10 anni". “Non ci sono vincitori qui – ha detto il fratello della bambina – e questa morte non riporterà indietro Elisa né lenirà il nostro dolore, ma non saremo più torturati dalle dispute giudiziarie senza fine dei suoi avvocati”.

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