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Pena di morte, 1.153 esecuzioni nel 2023: mai così tante in quasi un decennio. I numeri di Amnesty International

Il rapporto di Amnesty International sulla pena di morte: l’impennata in Iran porta al numero più alto dal 2015. Passo indietro negli USA con alcuni Stati che chiedono il ritorno del plotone di esecuzioni. Ma sono sempre meno i Paesi nel mondo che fanno ricorso al boia.
A cura di Biagio Chiariello
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Mai così tante condanne a morte da nove anni a questa parte nel mondo come nel 2023. A lanciare l’allarme sono gli attivisti di Amnesty International nel loro ultimo rapporto annuale pubblicato in questi giorni, secondo cui un totale di 1.153 persone sono state giustiziate in 16 Paesi al mondo (questi almeno i dati ufficiali), con una crescita record superiore del 30% rispetto all'anno precedente.

L'Iran è lo Stato col record di esecuzioni nel mondo

E a trainare questo l’aumento record di esecuzioni globali è l’Iran degli ayatollah, nel Paese mediorientale si è registrato il dato più elevato degli ultimi otto anni per l’ampio ricorso al boia: Teheran da sola ha infatti eseguito il 74% delle condanne capitali, intensificando il ricorso alle esecuzioni per reati di droga, mentre l’Arabia Saudita – in passato fra i grandi fautori delle condanne a morte – ne ha eseguite il 15%.

 L’enorme picco di esecuzioni registrate è dovuto principalmente all’Iran”, ha confermato il segretario generale di Amnesty International Agnès Callamard. “Le autorità iraniane hanno mostrato un totale disprezzo per la vita umana e hanno aumentato le esecuzioni – prosegue l’esperta – per reati legati alla droga, evidenziando ulteriormente l’impatto discriminatorio della pena di morte sulle comunità più emarginate e impoverite” del Paese

È giusto evidenziare come dal conteggio di Amnesty International manchi la Cina, Paese che pur facendo ampio ricorso alla pena di morte mantiene segreti i propri dati; ad ogni modo secondo diverse fonti il ricorso al boia è avvenuto migliaia di volte negli ultimi anni e non si registrano inversioni di rotta.

Sempre meno Paesi ricorrono alla pena di morte

Nonostante l'aumento registrato nel 2023, il numero dei Paesi che hanno eseguito condanne a morte ha raggiunto un minimo storico: solo 16.

Non sono state registrate esecuzioni in Bielorussia, Giappone, Myanmar e Sud Sudan, tutti Paesi che hanno eseguito condanne a morte nel 2022.

Segnali positivi anche dal Pakistan che lo scorso anno ha abrogato la pena di morte per reati di droga e proposte abolizioniste sono in discussione in Kenya, Liberia e Zimbabwe, mentre di contro è stato abolito l’obbligo di ricorso al boia in Malaysia per uso di stupefacenti o narcotraffico.

La situazione negli USA, secondo Amnesty International

Negli Stati Uniti d’America invece le esecuzioni sono aumentate: sono salite a 24 rispetto alle 18 del 2022.

E addirittura in Stati come l'Idaho e il Tennessee sono state presentate proposte di legge per il ritorno del plotone, mentre lo Stato del Montana ha preso in considerazione una misura per ampliare la gamma di sostanze utilizzate nelle iniezioni letali.

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