Pedofilia, suicida padre Elizondo, leader teologia Liberazione: era accusato di abusi
L'accusa di pedofilia era troppo pesante da sopportare: così padre Virgilio Elizondo, uno dei leader del movimento della teologia della liberazione, si è tolto la vita. Il prete, che aveva ottant'anni, si è suicidato nella sua casa di San Antonio, in Texas, sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Elizondo era stato denunciato nel maggio del 2015 per pedofilia, da un uomo che ha accusato il sacerdote di aver abusato di lui nel 1983. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe da ricercarsi proprio in questa vicenda il motivo del gesto del religioso: Elizondo aveva sempre negato gli episodi e non accettava le accuse di molestie. "Padre Virgilio è stato una figura paterna per un’intera generazione di giovani latinos. La Vergine di Guadalupe, che lui amava molto, lo accoglierà con compassione materna", ha detto l’arcivescovo di Los Angeles, monsignor José Horacio Gómez. La fama del sacerdote, infatti, era oramai mondiale: nato negli Stati Uniti da genitori messicani, nel 1972 ha fondato il Mexican American Cultural Center (centro di ricerca e di formazione per i leader pastorali del Nord e Sud America) ed è stato inserito nella lista dei principali lieader spirituali americani.
Il suicidio di padre Elizondo è arrivato in un momento in cui di Chiesa e pedofilia si parla parecchio. Ha fatto molto discutere il caso degli abusi compiuti da sacerdoti nelle diocesi australiana di Ballarat, per cui è stato sentito a lungo il cardinale George Pell, che ne aveva la direzione. Pell è stato accusato di aver coperto e insabbiato le molestie. Episodio analogo è quello capitato in Francia, dove il cardinale di Lione Philippe Barbarin è stato accusato di aver coperto due sacerdoti che hanno commesso abusi.