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Pedofilia, il Papa: “Giornalisti mi hanno aiutato, in Vaticano le denunce non arrivavano”

In una intervista con una emittente sudamericana il Pontefice ammette: “È vero, in Vaticano sugli abusi mi arrivava un’informazione che non rispondeva alla realtà e alcune delle domande poste durante il viaggio di ritorno dal Cile mi hanno aiutato a capire. Chiaramente è una situazione che bisogna risolvere”.
A cura di Antonio Palma
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"È vero, in Vaticano mi arriva un'informazione che non risponde alla realtà e soprattutto nel viaggio in Cile mi sono reso conto che l'informazione che avevo non coincideva con quello che avevo visto" così Papa Francesco ha risposto alle domande che gli venivano poste nell'intervista a Televisa, gruppo radio-televisivo sudamericano, a proposito dello scandalo della pedofilia in Cile e degli atti messi in campo per portare alla luce gli abusi. "Credo che sono state alcune delle domande poste con molta educazione durante il viaggio di ritorno a farmelo capire" ha aggiunto Bergoglio riferendosi alle richieste di chiarimento da parte dei giornalisti. "È stato alla fine quando ho risposto a quella giornalista. Prima della messa. Allora, di fronte alla reazione ho riflettuto, pensato: qui sta succedendo qualcosa" ha ricostruito il Pontefice , ricordando: "Il viaggio di ritorno mi ha aiutato abbastanza a capire e quando sono arrivato qui, ho riflettuto, ho pregato, ho chiesto consiglio e ho deciso di mandare un visitatore apostolico, il quale ha portato allo scoperto tutto quello che non sapevo". "È stato un aiuto, mi sono sentito aiutato" ha sottolineato Francesco.

Il caso è quello degli abusi e della vicenda del vescovo Barros accusato di aver nascosto gli abusi del suo mentore don Fernando Karadima. "In Vaticano arriva un'informazione che non risponde alla realtà. Sì dopo qualcuno dice: ‘ma avevamo informato, avevamo detto…' Ma la verità è che nei dossier preparati non c'erano queste cose perché la maggior parte delle persone qui non lo sapeva" ha sostenuto ancora il Papa, assicurando: "Nessuno dei miei collaboratori, neppure il Segretario di Stato e l'incaricato dei rapporti con gli Stati le sapeva". "Chiaramente è una situazione che bisogna risolvere e sto compiendo ogni sforzo per risolvere casi simili ma non sempre è corruzione, a volte è stile curiale" ha tenuto a precisare Bergoglio.

"Alla fine il Signore però ci aiuta, ha visto e ora si sta lavorando bene, persino il dialogo con le persone vittime di abusi in Cile prosegue bene" ha assicurato il Pontefice, ricordando: "Alcune le ho ricevute qui, si sono rese conto che la Chiesa le ama e che è pronta a mettere un punto finale alla questione, con tutto quel che comporta di sforzo e anche di preghiera. E chiedo al Signore di illuminarmi per non sbagliare nelle nomine".

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