Patrick Zaki resta in carcere: il giudice ha prolungato la custodia cautelare per altri 45 giorni
Niente da fare per Patrick Zaki. Il ricercatore 27enne di origine egiziana, ma che ha studiato all'Università di Bologna, resterà ancora in carcere. È questa la decisione presa dai giudici del Tribunale penale egiziano, che hanno rinnovato la sua custodia cautelare per altri 45 giorni. Il ragazzo, arrestato e detenuto da oltre cinque mesi nel carcere di Tora per "propaganda sovversiva" nell'ambito delle proteste dello scorso 20 settembre contro il presidente Abdel Fatah al Sisi, continuerà a vivere dietro la sbarre almeno per un altro mese e mezzo. Lo ha comunicato all'Ansa il suo legale, Hoda Nasrallahda. "Ieri era stata una sorpresa e oggi una pessima sorpresa. Nessuno aveva particolare ottimismo, però il fatto che fosse accaduta una cosa imprevista faceva sperare in un esito diverso. Ora purtroppo dobbiamo smettere di incrociare le dita e riprendere a chiedere la sua scarcerazione", ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, riferendosi al fatto che proprio ieri, per la prima volta da inizio marzo, Zaki era comparso di persona davanti in Tribunale.
Proprio ieri sulla pagina Facebook "Patrick libero" era stato annunciato che si era tenuta un'udienza davanti al Tribunale penale e "per la prima volta dal 7 marzo, Patrick ha partecipato alla sua stessa", specificando che "sta bene. Gli è stato permesso di comparire davanti ai giudici in presenza dei suoi avvocati. La decisione del tribunale sarà annunciata domani, e fino ad allora non abbiamo indicazioni su ciò che sarà il risultato dell'udienza". Quello del trasferimento di Zaki in Tribunale era stata descritta dagli attivisti che seguono la sua vicenda come "un buon passo, in quanto finalmente i suoi avvocati hanno potuto vederlo, anche se molto brevemente, in quanto non era stato più visto dalla sua famiglia o dai suoi avvocati dopo la sospensione delle visite in carcere e il trasferimento alle udienze. I suoi avvocati ci hanno informato che sembra essere in buona salute, e speriamo che presto potremo avere altre notizie da lui". Purtroppo, però, la vicenda non si è conclusa come loro si erano augurati. In carcere dal 7 febbraio, preso in consegna all'aeroporto al rientro dall'Italia, la detenzione preventiva è già stata prorogata una prima volta in attesa di ulteriori indagini.