Patrick Zaki resta in carcere, arresti prolungati di altri 45 giorni
Patrick Zaki resta in carcere, arresti prolungati di altri 45 giorni. A dare la cattiva notizia Eipr, la Ong egiziana con cui lo studente dell'università di Bologna collaborava. La decisione di prolungare gli arresti arriva dalla Corte antiterrorismo del Cairo davanti alla quale ieri si era svolta l'udienza di revisione del caso del ricercatore egiziano. Doccia fredda per i tanti che lo sostengono e che invece questa volta avevano sperato in un soluzione diversa. Si tratta infatti dell'ennesimo prolungamento degli arresti cautelari stabilito da un tribunale egiziano senza entrare nel merito delle accuse nei confronti del 29enne fermato ormai dieci mesi fa al suo ritorno in patria per far visita alla famiglia
L'ottimismo era agiusificato dal fatto che giovedì erano stati liberati il direttore amministrativo dell'Ong Mohamed Basheer, il responsabile del settore criminalità e giustizia, Karim Ennarah, e il direttore generale dell’organizzazione, Gasser Abdel Razek. Tutti erano accusati di aver cospirato ai danni del governo egiziano ma senza reali prove a loro carico ed erano stati arrestati tra il 15 e il 19 novembre, negli stessi giorni in cui veniva rinnovata la custodia cautelare in carcere per Patrick Zaky, l'ennesima prima di quella decisa oggi. Che le cose non sarebbero andate bene però si è cominciato a sospettare ieri quando la decisione è stata rinviata a oggi. "Quando in udienza è stato sollevato il problema dei libri il giudice ha risposto ‘mi presenti una domanda'. Questo significa che Patrick rimarrà in prigione", aveva confermato lo stesso legale , l'avvocato Hoda Nasrallah
Zaki, Amnesty: "Decisione sconcertante, Italia si mobiliti"
"Dopo ore di attesa questa decisione vergognosa e sconcertante di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaky lascia senza fiato e sgomenti" Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha commentato all'AGI la sentenza della Corte anti-terrorismo. "Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora", sottolinea Noury, lanciando un appello: "È veramente il momento che ci sia un'azione internazionale guidata e promossa dall'Italia per salvare questo ragazzo, questa storia anche italiana, dall'orrore del carcere di Tora in Egitto".
Le tappe dell'arresto e la detenzione di Zaky
Il 29enne studente e attivista egiziano, in Italia per seguire un master all’Università di Bologna, venne arrestato il 7 febbraio scorso appena giunto all’aeroporto del Cairo proveniente proprio dall'Italia. Interrogato e accusato di "istigazione al rovesciamento del governo e della Costituzione", era stato rinchiuso in carcere in custodia cautelare ma da allora la sua situazione è entrata in stallo. Trasferito nella prigione di Tora, al Cairo, senza alcun processo, ha continuato a rimanere in carcere attraverso continui rinvii di udienze, anche con la scusa dell'emergenza covid, e proroghe della custodia cautelare. Una detenzione aggravata da un carcere dove le condizioni sono pessime, dai suoi problemi di salute ma anche dal fatto di non poter avere contattai e con i familiari. "Dorme per terra da mesi senza materasso” aveva spiegato di recente il suo avvocato che aveva potuto vederlo dopo lunghe insistenze.
La pressione internazionale per liberare Patrick Zaky
Nonostante gli appelli internazionali e le pressioni da parte dei governi occidentali, le autorità egiziane hanno continuato a tenere in cella Patrick Zaky per mesi. A maggio la prima udienza che ha rinnovato gli arresti, andati avanti fino a oggi attraverso altri rinnovi e prolungamenti della custodia cautelare. Per lui si era mobilitata anche l'attrice Scarlett Johansson con un appello. La nuova udienza per discutere del suo caso era stata fissata a inizio gennaio poi la decisione di anticipare tutto a dicembre con l'ultimo spostamento di data a domenica.