Patrick Zaki, prorogata di altri 45 giorni la carcerazione dell’attivista egiziano
Continua la carcerazione per Patrick Zaki, lo studente egiziano ormai in carcere più di un anno. Nell'ultima udienza, secondo quanto anticipato dall'ong per cui lavorava, sarebbe stato deciso che il ricercatore dell'Università di Bologna dovrà trascorrere altri 45 giorni di custodia cautelare in carcere. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Eipr, rivelando su Facebook con un giorno di anticipo rispetto a quanto previsto il risultato dell'udienza di ieri, ha citato gli avvocati di Patrick.
L'ultima udienza si è tenuta lo scorso 31 gennaio e anche in quel caso si era deciso di prolungare la carcerazione dell'attivista egiziano fermato nel febbraio del 2020 con le accuse di propaganda sovversiva e terrorismo tramite alcuni post Facebook. E proprio pochi giorni fa c'è stato l'anniversario del suo arresto: era il 7 febbraio di un anno fa quando Patrick fu prelevato all'aeroporto prima di scompareire per 24 ore. Quando è "riapparso", si trovava alla procura di Mansura con un capo d'accusa a suo carico e i segni delle torture e dell'elettroshock. Durante i terribili interrogatori, gli avrebbero chiesto del suo lavoro da attivista. Le prime importanti manifestazioni per la sua liberazione sono servite a poco: Patrick è vivo, ma in una cella della prigione di Tora dove dorme per terra. Patrick può vedere il suo avvocato, ma il legale ha poco margine di manovra. Più volte si sono accese le luci che hanno fatto sperare in una sua imminente liberazione: a fine dicembre, l'Eipr (Ong con la quale Zaki collaborava) aveva annunciato in seguito al rilascio dei suoi 3 dirigenti che l'udienza per il rinnovo della carcerazione di Patrick era stata anticipata. Quell'udienza, però, ha fruttato solo un altro prolungamento della sua carcerazione. Quello di Patrick è l'unico caso di carcerazione in Egitto che è attualmente monitorato da un gruppo di Paesi stranieri.