Patrick Zaki consegna la tesi e chiede di discuterla a Bologna: “Spero prevalga la ragione”
Patrick Zaki ha consegnato la copia finale della sua tesi all'Università di Bologna, dove spera di essere presente per poterla discutere il prossimo luglio. Per questo, chiederà alle autorità egiziane un permesso che lo esoneri dal divieto di viaggio per volare in Italia all'inizio del prossimo mese.
"L'Ateneo mi ha avvisato che le date per la discussione saranno il 4, 5 o 6 luglio", ha spiegato il ricercatore egiziano, a piede libero dall'8 dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare. "Oggi presenterò una nuova richiesta al procuratore generale egiziano per chiedere il permesso di recarmi in Italia per partecipare alle sessioni e alle cerimonie di laurea. Spero prevalga la ragione", ha scritto in post condiviso sul proprio account Twitter.
"Ho deciso di intraprendere le vie legali e bussare di nuovo alle porte per cercare di viaggiare fino ad assistere alla difesa della mia tesi di laurea di persona davanti alla commissione di professori che valuterà la mia tesi. Oggi presenterò una nuova richiesta al Pubblico Ministero egiziano per chiedere di poter viaggiare in Italia in modo da poter partecipare alle cerimonie di difesa e di laurea, a condizione che io ritorni in Egitto prima di ogni impegno legato alle mie sessioni di processo, previste per il 18 luglio", ha aggiunto Zaki, che ha concluso: "Ciò coincide con la seduta che è stata fissata oggi dal Comitato per il Dialogo Nazionale per discutere le libertà accademiche, oltre al fatto che mi trovo in Egitto durante questo periodo della mia vita e non ho pianificato di lasciare o trasferire la mia vita in un altro paese al momento attuale e questo è ciò che le istituzioni di stato interessate sanno".
Era infatti stata rimandata proprio al 18 luglio l'udienza in programma per il 9 maggio scorso a Mansura per Patrick Zaki perché il giudice era assente. Lo studente, arrestato tra il 7 e l'8 febbraio 2020, dopo aver trascorso 22 mesi in carcere è stato rilasciato ma non scagionato. Per questo motivo, non può lasciare il Paese.
Il giovane è accusato di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" dopo un articolo scritto nel 2019 su un attentato dell'Isis e due casi di discriminazione ai danni dei copti, i cristiani d'Egitto.