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Pastore trasforma chiesa in bar per protesta: “Dopo il vitello al tavolo 4, ecco la parola di Dio”

“Siamo vestiti in questo modo, con un vassoio, perché sembra l’unico modo in cui possiamo riunirci per servire la parola di Dio”, ha spiegato il pastore della Redemptor Community Church di San Lorenzo. In Argentina un pastore ha trasformato la sua chiesa in un bar per protestare contro la decisione del governo di non autorizzare le celebrazioni religiose con la presenza di più di dieci persone.
A cura di Enrico Tata
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La chiesa argentina trasformata in un bar
La chiesa argentina trasformata in un bar
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In Argentina un pastore ha trasformato la sua chiesa in un bar per protestare contro la decisione del governo di non autorizzare le celebrazioni religiose con la presenza di più di dieci persone. Bar e ristoranti, invece, sono regolarmente aperti e questo, quindi, gli è sembrato l'unico modo per tenere regolarmente la sua messa. In Argentina le riaperture dopo il lockdown dovuto all'emergenza coronavirus hanno coinvolto negozi, bar e ristoranti, ma per quanto riguarda la celebrazione religiose sono attive ancora molte restrizioni. Il pastore, per protesta, ha quindi fatto vestire i chierichetti da camerieri, con le bibbie che venivano portate ai tavoli su vassoi come in un servizio da ristorante. "Quindi, a parte il vitello impanato diretto al tavolo quattro, ecco la parola di Dio", ha scherzato Daniel Cattaneo prima di cominciare la messa.

"Vestiti da camerieri perché solo così possiamo servire la parola di Dio"

"Siamo vestiti in questo modo, con un vassoio, perché sembra l'unico modo in cui possiamo riunirci per servire la parola di Dio", ha spiegato il pastore della Redemptor Community Church di San Lorenzo che, per l'appunto, ha riaperto come finto bar per protesta. Nel giorno del 75esimo anniversario della chiesa evangelica nella città di Santa Fe, il pastore ha riunito i suoi clienti-fedeli e ha ‘servito' la messa: "Vogliamo esercitare il nostro diritto costituzionale a praticare la nostra fede. Siamo preoccupati che i nostri diritti vengano ridotti. Possono aprire bar e attività commerciali, ma non possiamo farlo noi. Perché ci discriminano?".

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