Aborto come diritto umano, il Parlamento europeo (con l’aiuto del Pd) dice no
Il Parlamento europeo ha respinto il rapporto sulla “salute e diritti sessuali e riproduttivi” che mirava a riconoscere, tra le altre cose, il diritto all’aborto sicuro. L’assemblea legislativa dell’UE ha bocciato la risoluzione presentata da Edite Estrela, eurodeputata del gruppo dei Socialisti e Democratici, che chiedeva che l’aborto sicuro fosse un diritto garantito all’interno degli stati membri. L’eurodeputata chiedeva, tra le altre cose, a tutte le nazioni che compongono l’Unione Europea di “garantire che i professionisti sanitari che praticano l’aborto e svolgono servizi connessi all’aborto non siano perseguibili o penalizzati in virtù di strumenti di diritto penale per aver prestato tali servizi”. La risoluzione era stata approvata in commissione Diritti delle Donne, ma in aula la campagna dei gruppi cattolici e conservatori ha capovolto i risultati. La risoluzione è stata respinta mentre è stato approvato il testo alternativo del Ppe per soli sette voti: 334 contro 327.
La spaccatura del gruppo dei Socialisti e Democratici – I Popolari hanno votato in modo compatto ma è stata determinante anche la spaccatura del gruppo dei Socialisti e Democratici. Ben 35 gli astenuti tra cui molti eurodeputati del Partito Democratico, tutti di provenienza cattolica. Due delle eurodeputate del Pd, Patrizia Toia e Silvia Costa, hanno detto di essersi astenute in coerenza con il loro comportamento in commissione Diritti delle Donne, dove avevano criticato un testo troppo radicale e incapace di trovare una maggioranza nell’aula di Strasburgo. Con Toia e Costa si sono astenuti anche altri italiani del Pd di area cattolica (il capogruppo David Sassoli, Mario Pirillo, Franco Frigo e Vittorio Prodi).