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Parla l’ex moglie del dirottatore della Egyptair: “È un violento, con lui anni di inferno”

Parla la ex moglie del dirottatore egiziano Mustafa Seif Eldin: “È un violento e fanatico, non c’è niente di romantico nel suo gesto è stato solo uno stratagemma”
A cura di Antonio Palma
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"Molti media hanno dipinto quello che è successo come una cosa romantica, la storia di un uomo che cerca di raggiungere la sua ex moglie. Ma non c’è nulla di più distante dalla realtà", così la ex moglie di Mustafa Seif Eldin, l'uomo che ha dirottato l’aereo Egyptair facendolo atterrare  a Cipro, ha commentato quanto accaduto martedì sulla pista dell'aeroporto di Larnaka. Dopo l'arresto l'uomo ha spiegato di averlo fatto per incontrare lei e i figli ma intervistata dal quotidiano locale Phileleftheros, la donna, Marina Paraschou, racconta la sua versione della storia e soprattutto il passato dell'uomo, rivelando la sua indole violenta e prevaricatrice. Paraschou suggerisce che quello raccontato dall'uomo sia solo uno stratagemma. La donna infatti ha smentito che lui avesse chiesto di lei spiegando che è stata la polizia a contattarla solo per identificare la sua voce.

"Quest'uomo non si è curato dei figli per un minuto, sia quando ha vissuto qui sia quando è andato via. Era un violento, i nostri cinque anni di matrimonio sono stati un inferno" ha raccontato Marina Paraschou confermando di essere stata allertata dalle forze dell'ordine cipriote ma di non aver parlato con il suo ex e di no volerlo fare ora. "Il nostro matrimonio è stato un inferno, fatto di minacce, botte, torture e paura. È stato il periodo peggiore della mia vita" ha sottolineato la 51enne. I due si erano conosciuti quando lei aveva appena  18 anni e dopo due anni si sono sposati mettendo al mondo quattro figli in 5 anni di matrimonio. Nel 1990 infine il divorzio e l'allontanamento definitivo.

Paraschou ha descritto Mustafa, 59 anni, come un "fanatico" sostenitore dell'Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, che si vantava di aver partecipato all'uccisione di tre soldati israeliani e che è stato in carcere in Siria. Un uomo con problemi di tossicodipendenza arrestato anche in Egitto dove era accusato di frode e contraffazione. "Un giorno l’ho chiamato per dirgli che uno dei nostri figli era morto in un incidente stradale. L’unica cosa che è riuscito a dire è stato ‘Che mi importa?'. A lui non è mai importato nulla di me né dei nostri figli. L’unica cosa che ha saputo fare è stato portare dolore e paura" ha concluso la donna.

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