Parla Civati: “Dopo la Grecia ora costruiamo la sinistra anche qui”
Dopo la scossone del referendum greco di ieri abbiamo discusso con Pippo Civati degli scenari futuri. In Europa e in Italia.
Dopo la vittoria del "no" al referendum si sono moltiplicati i sostenitori di Tsipras e allo stesso tempo si è moltiplicata la paura disegnando scenari apocalittici. Tu cosa vedi all'orizzonte?
Intanto segnalo che era già successo quando Tsipras vinse le elezioni che un po' tutti sembrarono solidarizzare con lui e sembrava che si potesse creare un fronte per ripensare la struttura fondante dell'Europa e poi invece non è successo nulla. Ed è questa assenza internazionale il motivo principale che ha portato ad una drammatizzazione così forte della questione greca.
E l'Italia?
Beh, l'Italia si è seduta dalla parte sbagliata anche con un tono un po' spiritoso nelle dichiarazioni di Matteo Renzi.
Ora cosa dovrebbe succedere?
Credo che ora (ma temo non succeda) il Partito Socialista Europeo e tutta questa sinistra di nome ma non di fatto si dovrebbe rendere conto che sedersi al tavolo della Merkel non sia una mossa intelligente né in prospettiva e né per i contenuti politici. Non è solo una questione ideologica: queste ricette non funzionano.
L'austerità non funziona?
Non solo: questo piano prevede che la politica si debba mortificare e lasciare le decisione ad "altri".
Però il popolo greco ha votato…
Certo, prendendosi anche la responsabilità di una scelta dolorosa. Io ho detto che avrei votato "no" ma senza banalizzare le conseguenza per nessuno perché per noi potrebbe essere semplice essere dalla parte dei greci senza essere greci. Questo è il voto di un popolo: se L'Europa voleva liberarsi di Tsipras ora si deve prendere la responsabilità di liberarsi del popolo greco.
Stupisce che in Italia il fronte pro Tsipras sia così omogeneo: lo stesso leader greco ha dovuto rimettere un po' d'ordine chiarendo che le sue posizioni politiche non sono compatibili con il M5S o con il Salvini di turno…
Al di là delle sfumature però credo che la sinistra su questa questione sia stata unita. E certo Grillo non è "sinistra". Anzi mi ha sorpreso la sua dichiarazione in cui non ha chiarito bene cosa avrebbe votato ma si è limitato a lodare il referendum come strumento. Io non sono andato ad Atene per rispetto e non per mancanza di partecipazione.
Credi che ci siano state troppe incursioni?
Non da sinistra, ma qualcuno è stato irresponsabile: alcuni di quelli che sono andati ad Atene sono contro l'Euro e hanno pensato bene di strumentalizzare Tsipras per suffragare le proprie tesi politiche. Io mi attengo invece a quello che ho sentito dire da Tsipras, che per altro è molto vicino al mio pensiero: l'Europa così non va bene, ed è molto diverso dall'essere "contro" l'Europa. Il messaggio di Tsipras non è di uscire dall'euro ma di entrare tutti in un'Europa diversa. Fassina, Vendola, Cofferati e Civati sono su questa stessa posizione.
E' quello che ha detto ieri in conferenza stampa Varoufakis…
E infatti io sono d'accordo con il suo discorso di ieri. Pur avendolo trovato spesso un po' troppo "estroso".
Veniamo a noi, in Italia: Fassina qualche giorno fa ha detto la parola che si aspettavano un po' tutti: "non giriamoci intorno noi dobbiamo fare un partito". Sei d'accordo? Un partito con Fassina, Civati, Sel e altri è un progetto fattibile?
Secondo me non è questa la soluzione. Io sono stato accusato per avere detto cose ben diverse e molto più "aperte" un mese prima: un partito a sinistra del PD secondo me non va bene, bisogna fare un partito di sinistra (che in Italia non c'è) senza nostalgia. L'idea di Fassina secondo me sconta un po' questo difetto. A me non interessa la somma di Civati più SEL più Fassina: questo già c'è in termini di relazioni e di sentimenti. Il problema è: come coinvolgiamo le persone? Volere fare un partito a sinistra del PD è una sfida che taglia fuori un sacco di gente. Lo spazio secondo me è maggioritario e quindi non possiamo preoccuparci solo di mettere insieme i pezzi. Io propongo dei comitati dal basso, una sfida referendaria, un progetto di governo. Vorrei l'evoluzione di una forma partito. Discutiamo di come costruirlo.
Da fuori però ci si chiede come abbia fatto Syriza in Grecia a trovare una sintesi e un leader mentre in Italia a sinistra sembra che nessuno voglia rinunciare alla rendita delle proprie posizioni…
Segnalo intanto che Syriza ci ha messo un'eternità di tempo per costruire una sintesi. Ogni Paese ha una storia politica diversa e quindi Syriza ha scelto un leader con una strategia partecipata e ha parlato di Europa fin dall'inizio. Qui devono sparire le angosce di chi vuole conservare la propria rendita, io ho messo in gioco tutto quello che ho. Questa può essere un'occasione ma può anche finire in tragedia. Pensa a quante federazioni abbiamo già visto oppure i candidati dell'ultimo minuto. Così non funziona: partiamo dagli aderenti, dagli iscritti non solo con interviste a sparigliare le carte.
Tutti oggi scoprono la forza democratica dei referendum, tu ne hai proposti alcuni qualche settimana fa…
Gli argomenti sui quali stiamo lavorando sono quelli legati alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola (con l’aggiunta di una campagna dedicata alla legalizzazione della cannabis). Qualcuno addirittura ci ha detto di creare prima un soggetto politico e solo dopo occuparsi dei referendum. Io credo che raccogliere le firme oggi significherebbe andare al voto con alcune importanti elezioni amministrative e sarebbero un importante termometro del consenso. A me non interessa guidare un progetto, mi interessa votarlo.
In una recente intervista Ivan Scalfarotto ha detto che sei stato tu a spostarti a sinistra e che tempo fa eri anche tu per il superamento dell'articolo 18…
Falso. Io sono sempre stato d'accordo sulla proposta di Boeri-Garibaldi di contratto unico (mica come quello che abbiamo oggi) che dopo 3 anni applicava tutte le tutele dell'articolo 18…
Scalfarotto ha anche detto che l'esperienza Civati finirà per essere la solita inconsistente sinistra residuale e di rappresentanza, all'Ingroia…
Io mi ricordo Scalfarotto che anni fa mi convinse che non aveva senso parlare di unioni civili ma esisteva solo il matrimonio come diritto. Ecco, io preferisco ricordarlo così.