Guardandola distrattamente sembra una foto normale, banale. Un padre che fotografa la figlia che sorride seduta su una recinzione screpolata è una foto di felicità minima; ma la felicità ha prezzi diversi, in giro per il mondo, e dietro quel viso baffuto del padre c'è tutta una vita che gocciola miseria anche se lì dentro ci abitano due cuori grandissimi. Lui, il padre, si chiama Kawsar Hossain e come tutti i padri ha una missione personale: la felicità di sua figlia. Kawsar ha perso il braccio destro in un incidente 10 anni fa e per permettere la sopravvivenza della sua famiglia si è ritrovato tutti i giorni in mezzo alla strada, mendicante.
In questi ultimi due anni ha tenuto, poco a poco, in disparte qualche spicciolo per riuscire a regalare alla figlia quel vestito che lei amava moltissimo e la sua testimonianza è un gioiello da incorniciare:
«Ieri, sono stato in grado di acquistare un nuovo vestito per mia figlia dopo due anni. Mentre ho consegnato i soldi al venditore, lui mi ha urlato addosso chiedendomi se fossi un mendicante. Mia figlia mi ha tenuto la mano e mi ha gridato di uscire dal negozio, dicendomi che non voleva acquistare nessun abito. Ho nascosto le lacrime con una mano. Sì, io sono un mendicante. Dieci anni fa non avevo mai pensato nemmeno nei miei incubi peggiori che avrei dovuto vivere di elemosina. […]», racconta Kawsar Hossain
«Dopo due anni – continua a raccontare – mia figlia indossa un vestito nuovo; è per questo che oggi l'ho portata con me a giocare. Forse oggi non sarò in grado di guadagnare qualche cosa, ma ho voluto andare in giro con la mia bambina. Ho segretamente preso in prestito questo telefono cellulare dal mio vicino di casa senza informare mia moglie. Mia figlia non ha alcuna immagine e voglio rendere questo giorno memorabile per lei. Quando un giorno avrò un telefono farò un sacco di foto dei miei figli. Voglio mantenere un buon ricordo».
«Ora andrò a chiedere l'elemosina. Indicherò a mia figlia il posto dove deve aspettarmi. Io la guarderò da lontano, durante l'accattonaggio. Mi vergogno, mentre lei mi guarda, quando io tendo la mano agli altri. Ma lei non mi lascia mai solo. Ma oggi è diverso. Perché oggi mia figlia è molto felice. Oggi questo padre non è un mendicante. Oggi questo padre è un re e qui è la sua principessa», racconta il padre.
E davvero, in mezzo alla povertà, si riescono a costruire castelli.