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Papa Luciani non sarà beatificato

Stop al processo canonico: una commissione medica non ha riconosciuto il miracolo che era stato attribuito alla intercessione del “Papa del sorriso”, che regnò solo trentatré giorni.
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Papa Giovanni Paolo I non sarà beatificato dalla Chiesa cattolica, o almeno non lo sarà a breve. Una commissione appositamente nominata non ha ritenuto sufficienti le prove di un miracolo avvenuto per la presunta intercessione di Albino Luciani ed ha bloccato il processo. La notizia trapela da fonti della Diocesi di Vittorio Veneto, di cui Luciani fu vescovo prima di essere nominato Patriarca di Venezia e quindi pontefice. Niente miracolo, niente beatificazione dunque. Dopo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, recentemente dichiarati santi da papa Francesco e Paolo VI, dichiarato beato, sembra che i fedeli dovranno aspettare ancora molto tempo prima di vedere Giovanni Paolo I salire agli onori degli altari. Di sicuro, sarà necessario che qualcuno annunci di aver ottenuto un miracolo, cioè di essere guarito da una grave malattia in maniera immediata, irreversibile ed inspiegabile scientificamente, grazie all’intercessione di papa Luciani. Miracolo che, finora, non è ancora avvenuto e senza il quale la Chiesa non può riconoscere le sue “virtù eroiche”.

Albino Luciani fu eletto Papa nel 1978. Restò sul soglio pontificio per 33 giorni e non ebbe neppure il tempo di ricevere una formale cerimonia di intronizzazione: morì di infarto in circostanze non chiarissime, che hanno dato vita, negli anni, ad una vera e propria “teoria del complotto”, secondo la quale il Papa sarebbe stato ucciso, anche se non si capirebbe da chi. Trentatre giorni che servirono, però, a farlo conoscere ed amare dai cattolici di tutto il mondo, per il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua bontà d’animo.

Beatificazione bloccata, dunque, nonostante già nel 2008 la Congregazione per le Cause dei Santi avesse firmato la validità degli atti dell’inchiesta diocesana e che, nel 2009 la stessa Congregazione aveva dato il via libera ad una investigazione di merito sul caso di Giuseppe Denora, un pugliese di Altamura che nel 1992 guarì da un tumore allo stomaco. “La notte del 27 marzo mi sentivo proprio morire dai dolori. – dichiarò Denora nel 2008 ad una giornalista della rivista 30 Giorni – Nello stomaco un falò, tanto mi sentivo bruciare. E mi bruciava dentro anche il dolore di dover lasciare la famiglia. Lo guardai e gli dissi ancora: “Se devo morire adesso chi ci pensa al pane per questi figli…”. La stanza, quella notte, era rischiarata come sempre dai lampioni della strada… me lo vidi ai piedi del letto: un’ombra scura che si avvicinò e mi passò accanto rapida con una mano tesa; una mano, un attimo, e in quell’attimo esatto fu come se quel fuoco che avevo dentro fosse spento dall’acqua.” Denora ne era certo: era un miracolo. Nelle scorse settimane, però, una commissione composta da medici cattolici e laici ha certificato che la guarigione di Denora non è stata dovuta ad un segno dato da Dio dopo aver ascoltato le preghiere del suo servo Albino Luciani: per le beatificazione di Giovanni Paolo I si torna al punto di partenza.

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