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Papa Francesco tuona: “La morte di Gesù in croce non è fede, è un fatto storico”

Ci sono filosofi e studiosi che non solo dicono che Dio non esiste, ma che sostengono che anche solo l’uomo Gesù sia stato un personaggio inventato. Il pontefice riafferma che il Cristo è “storicamente esistito”, ma sulla resurrezione ammette: “È un atto di fede”.
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Gesù “è morto, è sepolto, è risorto, è apparso, cioè Gesù è vivo. Accettare che Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è un fatto storico. Questo è il nocciolo del messaggio cristiano”. Lo ha detto, a braccio, il Papa nel corso di una udienza pubblica smentendo tutti coloro che pensano che Gesù sia un personaggio inventato e che non sia mai esistito realmente, come riportato recentemente anche da Fanpage in un articolo che ha fatto molto discutere. Se non è mai esistito, affermano i detrattori del cristianesimo, vuol dire che non è mai morto e quindi non è neppure risorto.

La fede “non è un’ideologia, non è un sistema filosofico” secondo Francesco: “la fede nasce dalla risurrezione, nasce il mattino di Pasqua”, ha spiegato il Papa. “Tutto poggia su questo presupposto”, dalla risurrezione di Cristo come “dato inoppugnabile, che non è l’esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone”.

Francesco ricorda che i primi testimoni dell’esistenza di Cristo sono i suoi discepoli che si lasciarono coinvolgere in un cammino di fede “che parte da un avvenimento” che san Paolo, nelle sue lettere, riassume in questo modo: “Gesù è morto per i nostri peccati, fu sepolto, e il terzo giorno è risorto ed è apparso a Pietro e ai Dodici. Questo è il fatto: è morto, è sepolto, è risorto, è apparso, cioè Gesù è vivo. Questo è il nocciolo del messaggio cristiano”.

“Annunciando questo avvenimento, che è il nucleo centrale della fede – ha proseguito il pontefice – Paolo insiste soprattutto sull’ultimo elemento del mistero pasquale, cioè sul fatto che Gesù è risuscitato. “Se infatti tutto fosse finito con la morte – argomenta Francesco – in lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non potrebbe generare la nostra fede. È morto ma è risorto. Perché la fede nasce dalla risurrezione. Accettare che Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è un fatto storico. Invece credere che è risorto sì. La nostra fede nasce il mattino di Pasqua”.

Tra gli studiosi contemporanei maggiormente contrari alla tesi dell’esistenza di Dio, il francese Michel Onfray, che nel suo “Trattato di ateologia”, che nella sola Francia ha venduto oltre 200mila copie scrive: “Dio infatti non è né morto né moribondo – contrariamente a quanto pensavano Nietzsche e Heine. Né morto né moribondo perché non mortale. Una finzione non muore, un'illusione non trapassa mai, un racconto per bambini non si confuta. Né l'ippogrifo né il centauro subiscono la legge dei mammiferi.” Gesù come un animale immaginario, dunque: una tesi che per i cristiani è inaccettabile, all’interno di un dissidio culturale con i razionalisti che è destinato a produrre, nei prossimi secoli, migliaia di altri libri, studi, filosofie.

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