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Papa Francesco sulla morte di 170 migranti: “È un dolore al cuore, cercavano un futuro”

Papa Francesco definisce la morte dei 170 migranti nel Mediterraneo, avvenuta negli scorsi giorni, come un “dolore al cuore”: “Penso alle 170 vittime dei naufragi nel Mediterraneo. Cercavano un futuro per la loro vita, vittime forse di trafficanti di esseri umani. Preghiamo per loro e per coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La tragedia avvenuta negli scorsi giorni nel mar Mediterraneo, con la morte di 170 migranti, viene definita da Papa Francesco come uno dei suoi “dolori nel cuore”. Il pontefice, parlando durante l’abituale Angelus domenicale, si è soffermato sulla strage avvenuta a nord della Libia: “Penso alle 170 vittime dei naufragi nel Mediterraneo: cercavano un futuro per la loro vita, vittime forse di trafficanti di esseri umani. Preghiamo per loro e per coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo”, è il messaggio di Bergoglio. L’altro dolore di cui ha parlato il Papa è quello riguardante la Colombia e l’attentato terroristico di Bogotà: “Assicuro la mia vicinanza al popolo colombiano, dopo il grave attacco terroristico di giovedì scorso alla Scuola nazionale di polizia. Prego per le vittime e per i loro familiari e continuo a pregare per il cammino di pace in Colombia”.

Papa Francesco è tornato questa mattina sul tema dello spirito cattolico e sull’altruismo su cui si devono basare le azioni dei cristiani. Durante l’omelia della messa a Santa Marta, secondo quanto riferisce Vatican News, Bergoglio ha spiegato che c’è uno stile che “si vede nelle nostre comunità” e che non è cristiano: si tratta dello “spirito egoistico”, quello che definisce “dell’indifferenza”. “Mi credo un buon cattolico, faccio le cose ma non mi preoccupo dei problemi altrui, non mi preoccupo delle guerre, delle malattie, della gente che soffre, anche del mio prossimo”. Il pontefice ha proseguito: “Per capire cosa è lo stile cristiano, meglio capire forse gli atteggiamenti nostri che sono di uno stile non cristiano”, come lo stile “accusatorio, mondano ed egoistico”.

Per essere buoni cristiani, secondo Bergoglio, è necessario un “comportamento nuovo, uno stile nuovo”, quello che definisce, appunto, cristiano. “Lo stile accusatorio è lo stile di quei credenti che sempre cercano di accusare gli altri, vivono accusando: ‘No, ma questo, quello… No quello, no… quello non è giusto, quello era un buon cattolico…' e sempre squalificano gli altri. Uno stile, io direi, di promotori di giustizia mancati: cercano sempre di accusare gli altri. Ma non si accorgono che è lo stile del diavolo”. Per il Papa, “vivere accusando gli altri o cercando difetti non è cristiano”.

Stesso discorso vale per lo stile mondano, cioè “del mondo”, tipico di quei cattolici che vivono di “vanità, superbia, attaccati ai soldi. La mondanità, la mondanità che è quello che rovina tanta gente, tanta gente! Gente buona ma entra in questo spirito della vanità, della superbia, del farsi vedere… Non c’è l'umiltà e l'umiltà è parte dello stile cristiano. Lo stile cristiano è quello delle Beatitudini: mitezza, umiltà, pazienza nelle sofferenze, amore per la giustizia, capacità di sopportare le persecuzioni, non giudicare altrui… E quello è lo spirito cristiano, lo stile cristiano”.

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