Papa Francesco: “Sono sempre stato un prete di strada. Vorrei poter passeggiare per Roma”
"Mi piacerebbe mangiare una buona pizza con gli amici ma so che non è facile, anzi praticamente impossibile". A dirlo, ribadendo un concetto già espresso in passato, è stato Papa Francesco dopo aver concesso un'intervista al quotidiano francese Paris Patch. Il Pontefice ha confermato il suo desiderio di vivere tra le persone: "Sono sempre stato un prete di strada e anche adesso mi piacerebbe passeggiare per le strade di Roma, città molto bella". "Non ho mai completamente abbandonato il mio clergyman nero sotto la veste bianca", ha aggiunto, per poi chiarire che comunque "non mi manca il contatto con la gente, vedo più persone adesso di quando ero a Buenos Aires".
Francesco conferma l'immagine di un Papa "semplice" e lontano dagli sfarzi, ma non evita di toccare temi ben più sostanziali, come quello della presenza dei Cristiani in Medio Oriente, oggi talvolta messa a rischio dall'islamismo radicale: "Non ci possiamo rassegnare – spiega – al fatto che queste comunità, oggi minoritarie in Medio Oriente, siano costrette ad abbandonare le loro case, le loro terre, le loro cose quotidiane. I cristiani sono cittadini con tutti i diritti nei loro Paesi. Noi abbiamo il dovere, umano e cristiano, di agire". Niente paura, però, perché il suo non è "interventismo". "La Santa Sede non ha interessi propri da difendere sulla scena internazionale e io non faccio progetti, non mi occupo di strategie o di politiche internazionali. Noi cerchiamo di incoraggiare la soluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la costruzione della pace".
Il Papa ha risposto alle domande di Paris Match spiegando anche l'origine del suo nome: "In quel momento mi ha motivato non tanto il messaggio di san Francesco sulla creazione ma il suo modo di vivere la povertà evangelica". Francesco non risparmia un duro attacco al sistema economico: "Il capitalismo e il profitto – precisa – non sono diabolici, se non vengono trasformati in idoli. Non lo sono, se restano degli strumenti. Però, se i soldi e il profitto a ogni costo diventano delle fissazioni che si adorano, se l’avidità si trasforma nella base del nostro sistema sociale ed economico, allora le nostre società corrono dritto verso la rovina. L’umanità deve rinunciare a venerare i soldi e deve rimettere al centro la persona umana, la sua dignità, il bene comune, le generazioni future che popoleranno la terra dopo di noi".