Papa Francesco: “Se qualcuno non si sente peccatore deve farsi visitare”
Corrotti da una parte, santi dall'altra. In mezzo, i peccatori (noi tutti). Papa Francesco ha incentrato su questo trinomio la sua omelia per la messa di stamani nella Casa Santa Marta. Bergoglio ha sottolineato che i corrotti fanno "tanto male" alla Chiesa perché sono "adoratori di se stessi"; i santi invece fanno "tanto bene", sono luce nella Chiesa. Il Pontefice ha parlato anche dei peccatori in generale, sottolineando però come "non è necessario parlarne troppo, perché tutti noi lo siamo". Ci conosciamo "da dentro – ha proseguito – e sappiamo cosa è un peccatore. E se qualcuno di noi non si sente così, vada a farsi una visita dal medico spirituale", perché "qualcosa non va". I corrotti, invece, ha spiegato Francesco, "hanno fatto un passo avanti, come se fossero proprio consolidati nel peccato: non hanno bisogno di Dio". Così succede che nelle "comunità cristiane", i corrotti pensano solo al proprio gruppo, e "a loro stessi" dice il Papa.
Giuda ha incominciato: da peccatore avaro è finito nella corruzione. E' una strada pericolosa la strada dell'autonomia: i corrotti sono grandi smemorati, hanno dimenticato questo amore, con il quale il Signore ha fatto la vigna, ha fatto loro! Hanno tagliato il rapporto con questo amore! E loro diventano adoratori di se stessi. Quanto male fanno i corrotti ai cristiani! Che il Signore ci liberi dallo scivolare su questa strada della corruzione"
Il Papa ha colto l'occasione per ricordare anche Giovanni XXII nel cinquantesimo anniversario della morte di Papa Roncalli, è stato "modello di santità", ha ricordato Francesco con affetto: "I santi: quelli che obbediscono al Signore, quelli che adorano il Signore, quelli che non hanno perso la memoria dell'amore". E ha concluso il suo discorso: "l'apostolo Giovanni dice che i corrotti sono l'anticristo, che sono in mezzo a noi, ma non sono di noi. Dei santi la Parola di Dio ci parla come di luce, ‘quelli che saranno davanti al trono di Dio, in adorazione'. Chiediamo oggi al Signore – ha concluso il Papa – la grazia di sentirci peccatori, ma davvero peccatori, non peccatori così diffusi (generici ndr), ma peccatori per questo, questo e questo, concreti, con la concretezza del peccato".