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Papa Francesco: “Respingere i migranti è un atto di guerra”

Il pensiero di Bergoglio ai giovani del Meg (Movimento eucaristico giovanile) in occasione del centenario della sua fondazione. Tuttavia la visione la sua visione non è quella di un mondo senza tensioni: “Soltanto in Paradiso non ci saranno i conflitti”.
A cura di Biagio Chiariello
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Per Papa Francesco respingere in mare gli immigrati è un atto di guerra. “Pensiamo a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro ancora. E che vanno sul mare” ha detto Bergoglio, rivolgendosi ai circa 1.500 ragazzi del Meg, il Movimento eucaristico giovanile, arrivati Roma per l'incontro mondiale promosso dai gesuiti, ricevuti in udienza nell'aula Paolo VI in Vaticano. Il riferimento del Santo Padre è ai migranti Rohingya che sono stati respinti nelle scorse settimane da Birmania, Malesia, Thailandia e Indonesia. Francesco ha risposto alla domanda di Gregorius, un ragazzo indonesiano che gli ha parlato dei conflitti interni al suo Paese. “Quando identità diverse vivono insieme – ha scandito– sempre ci saranno i conflitti, ma soltanto col rispetto dell’identità dell’altro si risolve il conflitto. Le tensioni si risolvono nel dialogo, i veri conflitti sociali e culturali si risolvono col dialogo ma prima con il rispetto dell’identità dell’altra persona”. In Indonesia, ha spiegato il Papa “c’è un conflitto sociale. Ma anche i conflitti  possono farci bene, perché ci fanno capire le differenze, come sono le cose diverse. E ci fanno capire che se non troveremo la soluzione che risolve questo conflitto ci sarà una vita di guerra”.

Il Pontefice ha fatto cenno anche all'integralismo cattolico, "un male da evitare". In ogni caso, l'atteggiamento verso chi non ha la nostra stessa fede deve essere di apertura. "Non è cattolico, non crede, ma tu – ha suggerito – rispettalo, cerca che cosa di buono ha, i valori che ha. Così i conflitti si risolvono con il rispetto delle identità e le tensioni con il dialogo" dice il Papa, che si dimostra realista sull’ipotesi di un mondo senza ostilità e tensioni: "Soltanto in Paradiso non ci saranno i conflitti" – afferma, e aggiunge: "Cosa sarebbe una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perché soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni". Ma poi puntualizza: “Il conflitto per essere bene assunto deve essere orientato verso l'unità. Una società con tante culture diverse – ha spiegato – deve cercare l'unità nel rispetto di ciascuna identità perché il conflitto si risolve con il rispetto delle identità”.

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