Papa Francesco loda Martin Lutero. Apertura alla comunione ai protestanti?
“Andare, camminare insieme! Non restare chiusi in prospettive rigide, perché in queste non c’è possibilità di riforma.” Con queste parole, estrapolate da una intervista esclusiva a Civiltà Cattolica, giornale di matrice gesuitica, papa Francesco ha dato il senso della sua imminente visita in Svezia, che avverrà il prossimo 31 ottobre, in occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Martin Lutero. Una visita che fa storcere il naso alle frange cattoliche più tradizionaliste, per le quali Lutero, più che un riformatore, è e resta un eretico, come da secoli insegna la tradizione della Chiesa.
Francesco spiega che le due parole cardine del viaggio saranno “riforma” e “Scrittura”. Per il Papa, “quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto è diventato uno «stato» di separazione, e non un «processo» di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale.” Un altro aspetto positivo legato a Lutero è il “grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo.”
Il Papa ritiene che i problemi teologici vadano lasciati ai teologi di professione, mentre annuncia che chiederà a cattolici e protestanti di “spostare l’entusiasmo verso la preghiera comune e le opere di misericordia, cioè il lavoro fatto insieme nell’aiuto agli ammalati, ai poveri, ai carcerati. Fare qualcosa insieme è una forma alta ed efficace di dialogo. Penso anche all’educazione. È importante lavorare insieme e non settariamente.” Di sicuro, è finita l’epoca in cui i cattolici provavano a convertire i protestanti: “Fare proselitismo nel campo ecclesiale è peccato. – ha proseguito Francesco – Benedetto XVI ci ha detto che la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione. Il proselitismo è un atteggiamento peccaminoso. Sarebbe come trasformare la Chiesa in una organizzazione. Parlare, pregare, lavorare insieme: questo è il cammino che dobbiamo fare.”
Francesco ha quindi bacchettato quanti vorrebbero parole più nette nei confronti dei protestanti: “Non si può essere cattolici e settari. – ha spiegato a Civiltà cattolica – Per questo all’inizio non prevedevo di celebrare una messa per i cattolici in questo viaggio: volevo insistere su una testimonianza ecumenica.” Ha aggiunto che “l’incontro ecumenico va preservato nel suo significato profondo secondo uno spirito di unità, che è il mio. Questo ha creato problemi organizzativi, lo so, perché sarò in Svezia anche nel giorno dei Santi, che qui a Roma è importante.”
Si tratta di parole destinate a creare nuove discussioni in ambito cattolico, dove non sempre le grandi aperture di papa Francesco sono gradite. Il Papa, tuttavia, non si è espresso su una delle questioni che stanno maggiormente a cuore ai teologi protestanti: quella dell’intercomunione. Oggi, infatti, gli ortodossi possono prendere la comunione cattolica, ma non loro. Questo perché i protestanti, a differenza dei cattolici, non credono nella transustanziazione, cioè nella presenza reale e stabile, e non solo simbolica, di Gesù nel pane e nel vino consacrato durante la messa. Un anno fa, Francesco, rispondendo alla domanda di una donna luterana sposata con un cattolico che chiedeva perché non potessero fare la stessa comunione, diede una risposta lunga e contorta, affermando, tra l’altro che “la vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni” dei teologi chiudendo con un “vedete voi” che lasciò allibiti teologi e commentatori. Da allora, non è più tornato sulla questione.
Molto altro, però, allontana i cattolici dai protestanti: la chiesa luterana di Svezia, che organizzerà le celebrazioni con la presenza del Papa, accetta la contraccezione, l’aborto, I rapporti omosessuale ed ha donne prete: tutte cose assolutamente vietate dalla Chiesa cattolica.