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Papa Francesco incontrerà Putin: più vicino il suo viaggio a Mosca?

Il pontefice ed il presidente russo dovrebbero parlare soprattutto della crisi ucraina.
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Papa Francesco
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Il prossimo 10 giugno papa Francesco riceverà in udienza privata il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha confermato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. E’ la seconda volta che accade: la pima fu nel dicembre del 2013 ed i due leader mondiali parlarono soprattutto della guerra in Siria. Non c’è dubbio che stavolta uno degli argomenti cardine della conversazione sarà il conflitto in Ucraina. Lo scorso febbraio il pontefice aveva rivolto un accorato appello sia agli ucraini nazionalisti che ai filorussi: Io penso a voi fratelli e sorelle ucraini, – disse parlando a braccio – ma pensate, questa è una guerra tra cristiani, voi tutti avete lo stesso battesimo, state lottando tra cristiani, pensate a questo, a questo scandalo, e preghiamo tutti, la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra".

Il Papa aveva anche pensato ad una missione di pace nel Paese martoriato dal conflitto, sulla scia di quelle portate avanti in Libia e per il caso cubano, dove un suo rappresentante è riuscito a mediare con successo tra Barack Obama e Raùl Castro. Probabile che Bergoglio chieda proponga a Putin di trovare una soluzione condivisa per porre fine al conflitto.

L’incontro potrebbe anche rappresentare un passo in avanti per una visita del Papa a Mosca, la prima in oltre duemila anni di storia della Chiesa. Il viaggio era il sogno sia del Papa che contribuì al crollo dei regimi comunisti, Giovanni Paolo II, sia del Papa che sognava l’unità tra cattolici ed ortodossi, Benedetto XVI. Potrebbe essere proprio Papa Francesco a fare la storia, incontrando Cirillo I, il patriarca ortodosso di Mosca, in un Paese che, chiuso il capitolo dell’ateismo di Stato, ha riscoperto le sue radici cristiane. Basti pensare che lo scorso 10 maggio, in apertura della parata per il settantesimo anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, è accaduto l’inimmaginabile: il ministro della Difesa Serghey Shoygu passando sotto la porta di Cristo Salvatore nella Piazza Rossa, si è fatto un grande segno della croce, secondo l’uso ortodosso: una cosa che trent’anni fa lo avrebbe portato alla fucilazione.

I cattolici, però, non sono ben visti in Russia e spesso vengono accusati di voler “fare proselitismo” tra gli ortodossi. Gli ortodossi, poi, da decenni contrastano i cosiddetti “uniati”, decine di migliaia di fedeli di rito ortodosso che però riconoscono il Papa come loro capo spirituale. Anche per questo, la trattativa per consentire il viaggio del Papa va a rilento, nonostante qualche mese fa lo stesso pontefice aveva affermato, richiamando parole pronunciate da Giovanni Paolo II: “Aiutatemi a trovare una formula di primato accettabile anche alle Chiese ortodosse". Perché proprio qui sta il nodo principale: Il Papa è il capo indiscusso di tutti i cristiani, secondo i cattolici; secondo gli ortodossi, ogni Chiesa nazionale è autonoma. Finchè queste due forme di pensiero non troveranno un punto di incontro, l’unità sarà facilmente raggiungibile, ma, senza dubbio, un incontro tra Francesco e Cirillo aiuterebbe molto. Se Putin sarà in grado di favorire il viaggio di Francesco a Mosca sarà senza dubbio una sua straordinaria vittoria politica.

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