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Il Papa e il patriarca, ecco perché l’incontro delle due Chiese farà la storia

Per la prima volta un pontefice cattolico ed un patriarca ortodosso di Russia avranno l’occasione di sedersi per quasi due ore per ragionare sull’unità dei cristiani e, alla fine, firmeranno una dichiarazione congiunta.
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Papa Francesco e il patriarca Cirillo

Il 12 febbraio, ancora una volta, Francesco scriverà una pagina di storia: per la prima volta un Papa incontrerà il patriarca ortodosso di Mosca. Francesco e Cirillo si vedranno nell’aeroporto di Santiago de Cuba, al termine di un lungo e paziente lavoro delle diplomazie delle due Chiese. Da decenni si cerca di organizzare un incontro tra le due figure più influenti del mondo cristiano, ma al pontefice era sempre stato negato un invito a Mosca, mentre erano caduti nel vuoto tutti i tentativi di ospitare in Vaticano il patriarca. Teatro dell’incontro sarà una “terra neutrale”, lontanissima dall’Europa, da Roma e da Mosca, grazie alla coincidenza dei viaggi separati in America Latina delle guide spirituali delle due differenti Chiese.

L’incontro, recita una nota congiunta, “comprenderà un colloquio personale presso l’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana e si concluderà con la firma di una dichiarazione comune.”  Il comunicato ufficiale che rimarca che “questo incontro dei Primati della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa russa, preparato da lungo tempo, sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese. La Santa Sede e il Patriarcato di Mosca auspicano che sia anche un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà. Invitano tutti i cristiani a pregare con fervore affinché Dio benedica questo incontro, che possa produrre buoni frutti.” Nella prima mattina del 12 febbraio il Papa partirà in aereo alla volta di Cuba, dove sarà accolto da Raul Castro. Dalle 1.4.15 alle 16, l’incontro con Cirillo e la firma della dichiarazione, che affronterà il tema dell’unità dei cristiani nel mondo.

C’è da dire che, mentre papa Francesco è il capo riconosciuto di tutti i cattolici del mondo, Cirillo guida solo la chiesa ortodossa russa. Nel mondo dell’ortodossia, infatti, le chiese sono “autocefale” su base nazionale: esistono, dunque, la chiesa ortodossa russa, quella bulgara, quella rumena, quella serba e così via, ciascuna con un proprio patriarca. Tuttavia, visto che la maggior parte degli ortodossi (circa centocinquanta milioni) vive in Russia, il patriarca di quel Paese assume un ruolo di maggior rilievo rispetto agli altri.

Due i principali ostacoli ad un incontro tra il Papa ed il patriarca sorti negli anni: le accuse di “proselitismo” degli ortodossi russi nei confronti dei cattolici e la forte spaccatura tra i cristiani appartenenti alle due confessioni in Ucraina, appesantite dalla guerra civile imperante nel Paese: i cristiani ortodossi sono filorussi; i greco-cattolici sono filoeuropeisti. A nulla era servita una dichiarazione del 2005 da parte cattolica in cui si ribadiva “il rispetto per la tradizione millenaria della Chiesa ortodossa russa e l'apprezzamento per il ruolo che le è proprio nella cultura e nella società russe. Tale posizione della Santa Sede esclude ogni idea di proselitismo, rigettato del resto dall'insegnamento del Concilio Vaticano II; non è mai esistita né esiste una strategia volta ad "invadere" la Russia.” Di ritorno da un altro storico viaggio, quello ad Istanbul del 2014, papa Francesco aveva anche chiarito che “le Chiese cattoliche orientali hanno diritto di esistere, è vero. Ma l’uniatismo è una parola di un’altra epoca. Oggi non si può parlare così. Si deve trovare un’altra strada.” Le Chiese uniate sono quelle cristiane di rito orientale in comunione con il Papa e sono, da secoli, avversate dagli ortodossi. Con quelle parole, Francesco chiarì in maniera inequivocabile che, piuttosto che strappare fedeli agli ortodossi, era giusto provare a riavvicinare le due confessioni.

Cattolici ed ortodossi sono separati da molti secoli. Nel lontanissimo 1054 papa Leone IX ed il patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario si scomunicarono a vicenda, dando vita allo “Scisma di Oriente”. Il Papa di Roma voleva avere la supremazia assoluta su tutta la cristianità essendo il legittimo superiore di San Pietro, i patriarchi orientali volevano riconoscergli solo un primato onorifico mantenendo autonomia amministrativa; a questo si aggiunsero anche questioni di carattere pratico (gli ortodossi ammettono il matrimonio per i sacerdoti, i cattolici no) e teologici (gli ortodossi credono che lo Spirito Santo proceda solo dal Padre, i cattolici, invece, dal Padre e dal Figlio). Solo nel 1964 i successori di Leone IX e Michele I, papa Paolo VI ed il patriarca Atenagora si incontrarono a Gerusalemme, si abbracciarono, riconciliarono le loro due chiese ed annullarono le rispettive scomuniche. Da lì, a piccoli passi, cominciò il disgelo. Nel 2004 papa Giovanni Paolo II restituì agli ortodossi delle importanti reliquie di santi trafugate dai crociati; l’anno dopo, alcuni capi di Chiese ortodosse orientali, tra cui il patriarca Bartolomeo I, presenziarono, per la prima volta dopo mille anni, al funerale di un Papa.

Intanto, in Russia e nell’Europa centro-orientale, dopo la caduta del comunismo i cristiani sono potuti tornare a confessare liberamente la propria fede e le Chiese ortodosse si sono rafforzate sempre di più. Basti pensare che a Mosca è stata ricostruita in breve tempo la bellissima cattedrale di Cristo Salvatore, abbattuta da Stalin per lasciare spazio ad una piscina pubblica, e che il presidente Vladimir Putin non perde mai occasione di farsi vedere al fianco di Cirillo, esaltando i valori della cristianità.

L’incontro di Santiago de Cuba tra papa Francesco e Cirillo aprirà nuove strade per un riappacificamento definitivo tra le due Chiese, anche se il percorso dovrà durare ancora molti anni. Forse, un giorno, sarà dato seguito alle richieste che la Madonna fece alla veggente di Fatima suo Lucia nel 1929: “È giunto il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo in questo modo di salvarla.”

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