Papa Francesco in Repubblica Centrafricana: “Inizio anticipato del Giubileo”
UPDATE 18.15 – Papa apre la Porta santa, via al Giubileo dall'Africa – Come da programma dopo le 17 Papa Francesco ha posato le mani sulla porta santa della cattedrale di Bangui nella repubblica Centrafricana per aprirla e dare il via libera all'Anno Santo. "Questa terra soffre da diversi anni la guerra, l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. In questa terra sofferente sono rappresentate tutte le sofferenze del mondo. Bangui diviene la capitale spirituale per la preghiera della misericordia del Padre. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centroafricana e per tutto il mondo, per i paesi che soffrono la guerra, chiediamo la pace" ha esortato poco prima il Pontefice. È la prima volta che un Giubileo prende avvio non a Roma. Lo stesso Bergoglio aveva spiegato il senso della sua scelta di iniziare in Africa l'anno giubilare. "L'apertura della Porta Santa a Bangui è un piccolo anticipo, che è però estremamente significativo: se il Papa vuole che tutti i popoli sperimentino che c'è la misericordia di Dio, l'amore di Dio per loro, allora vuole farlo sentire in particolare anche ad un popolo che soffre tanto come quello centrafricano, andando proprio al cuore dell'Africa, perché il Centrafrica è proprio fisicamente al centro dell'Africa" aveva spiegato Bergoglio.
UPDATE ore 13.00 – Papa Francesco è stato accolto in Repubblica Centrafricana da Catherine Samba-Panza, la presidente ad interim, e altri politici locali ai quali ha dedicato il primo discorso e chiesto di abbandonare "la tentazione della paura dell'altro, di ciò che non ci è familiare, di ciò che non appartiene al nostro gruppo etnico, alle nostre scelte politiche o alla nostra confessione religiosa", auspicando di "promuovere una sintesi delle ricchezze di cui ognuno è portatore" e la "unità nella diversità". "Anche il futuro della Repubblica Centrafricana", ha detto Bergoglio, "passa per unità, dignità e lavoro".
Nelle prossime ore Papa Francesco aprirà la Porta Santa di Bangui: prima, però, visiterà un campo profughi della capitale e si intratterrà a pranzo con i vescovi del paese.
Dopo il Kenya e l'Uganda Papa Francesco sbarca in Repubblica Centrafricana per la terza ed ultima tappa del suo viaggio nel "Continente Nero", forse la più attesa visto che alle 17 di oggi il Pontefice aprirà la Porta Santa della cattedrale di Bangui, sancendo di fatto l'inizio dell'anno giubilare e facendolo simbolicamente da uno dei paesi più poveri del mondo, in continuità con la linea di vicinanza ai poveri e ai diseredati intrapresa fin dall'inizio del suo mandato. La Repubblica Centrafricana è protagonista di una delle più drammatiche crisi umanitarie del pianeta: il paese conta poco più di 5 milioni di abitanti, quasi la metà dei quali sono bambini: quasi 440 mila sfollati vivono all'interno del paese e altri 450 mila rifugiati nelle nazioni confinanti. L'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati parla di 75 mila centrafricani nei campi profughi, il Pam di 1,3 milioni di persone a rischio fame a causa delle violenze e della scarsità dei raccolti. Le Nazioni Unite aggiungono anche il dramma dei bambini soldato, che in questo paese sono quasi raddoppiati negli ultimi anni arrivando a 6mila unità.
Papa Francesco in Centrafrica: "Anticipo dell'apertura del Giubileo"
In questo quadro drammatico l'arrivo di Papa Francesco è carico di significato. Come spiega il portavoce della Santa Sede Padre Lombardi "L'apertura della Porta Santa a Bangui è un piccolo anticipo, che è però estremamente significativo: se il Papa vuole che tutti i popoli sperimentino che c'è la misericordia di Dio, l'amore di Dio per loro, allora vuole farlo sentire in particolare anche ad un popolo che soffre tanto come quello centrafricano, andando proprio al cuore dell'Africa, perché il Centrafrica è proprio fisicamente al centro dell'Africa".
Papa Francesco in Repubblica Centrafricana: rischio attentati
Non sfuggono i pericoli che corre Bergoglio nella sua visita. Il rischio di attentati è stato segnalato dai servizi segreti francesi ma il ministro per la Sicurezza della Repubblica centrafricana, Chrysostome Sambia, ha assicurato che "è stato fatto tutto per garantire la sicurezza del Papa (…) non vi è alcuna minaccia reale". Spetterà ai caschi blu dell'Onu (10.900 uomini) e alla forza francese Sangaris (900) oltre alla polizia locale garantire un elevato standard di sicurezza per il Papa.