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Papa Francesco: “E’ giusto sculacciare i figli, ma niente schiaffi”

Durante l’udienza generale, Bergoglio ha parlato di come deve comportarsi un padre di famiglia e ha raccontato di un padre che gli disse: “A volte devo picchiare i miei figli, ma mai in faccia”. E commenta: “Quell’uomo ha il senso della dignità”.
A cura di Biagio Chiariello
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La sculacciata ai figli a fin di bene? E’ giusta secondo Papa Francesco. Ieri, avanti ai 7mila fedeli giunti in Vaticano per assistere all’Udienza Generale, il Pontefice, dopo il “pugno” a chi offende la madre o le “bastonate” ai pedofili, è riuscito a sorprendere ancora. Precisiamo: Bergoglio non ha usato la parola “sculacciata”. Stava parlando dell’importanza del ruolo del padre nella famiglia, quando ha voluto dire anche alcune parole in pieno stile-Papa Francesco. Lo riporta Repubblica e Libero Quotidiano. “Una volta”, ha spiegato mimando il gesto di una sculacciata, “a una riunione di matrimonio ho sentito un papà dire: ‘alcune volte devo picchiare un po’ i figli, ma non li picchio mai in faccia, per non avvilirli’”. Con il volto serio Papa Francesco ha subito commentato: “Che bello, ha il senso della dignità”. Poi ha aggiunto: “Deve punire, lo fa il giusto, e va avanti”. Un padre deve essere "vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze”, ma anche "vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada". Poi un precisazione. “Dire che il padre deve essere presente non è come dire controllatore, perché i padri troppo controllatori annullano i figli”.

Bergoglio ha così concluso: “Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso, che si trova nel Vangelo di Luca. Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni. I padri devono essere pazienti, tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare: pregare e aspettare, con dolcezza, magnanimità e misericordia. Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi”.

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