Papa Francesco: “Dobbiamo assumerci la responsabilità della vita dei migranti”
“Come nel caso di Gesù che ha provato sulla sua pelle l'indifferenza, in tanti non si vogliono assumere responsabilità sul destino dei profughi e dei rifugiati". Sono queste probabilmente le parole più significative pronunciate da papa Francesco nell'omelia della messa celebrata durante la Domenica delle Palme. Un messaggio chiaro, che acquista un significato ancora maggiore perché arriva nel giorno dell’entrata in vigore del piano dell’Unione Europea volto a stabilizzare la situazione sulla rotta balcanica. Un piano fortemente criticato dalle associazioni che si occupano di accoglienza e rispetto dei diritti umani, in particolare per quanto concerne lo spostamento in Turchia di coloro che hanno raggiunto la Grecia, “in cambio” di una quota simile di ricollocamenti in Europa (per il tramite dei corridoi umanitari). Bisogna poi aggiungere che non sono poche le perplessità anche in relazione all'atteggiamento del Governo turco, chiamato a fornire garanzie sul rispetto dei diritti umani nei campi profughi (che peraltro dovranno essere ampliati e messi in sicurezza).
Anche per questi motivi le parole del Pontefice assumono un rilievo particolare e serviranno a tenere viva l'attenzione su una questione sulla quale sembra chiaro si giochi la sopravvivenza stessa dell'idea di Europa. Del resto, non si tratta del suo primo intervento sulla questione e le considerazioni di papa Francesco sono coerenti con il senso stesso della sua omelia. Il Pontefice ha infatti concentrato la sua attenzione sul concetto di “amore come servizio concreto”, ricordando anche l’esempio di Gesù che “Signore e Maestro si abbassa fino ai piedi dei discepoli, come solo i servi facevano”. Da questo gesto concreto anche l’invito a “rinunciare alla tentazione del potere e della fama” per perseguire un cammino di “servizio” anche agli esclusi dalla società.