Papa Francesco: “Dietro all’aborto terapeutico c’è una tendenza eugenetica”
Durante un convegno organizzato dal Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, Papa Francesco si è soffermato su quella che ha definito una vera e propria "tendenza eugenetica". Il riferimento di Bergoglio va all'aborto terapeutico, che in genere segue il rilievo, fatto grazie ad amniocentesi, di gravi patologie del feto come la sindrome di Down. Secondo il Santo padre, alla base della scelta dell'aborto vi sarebbe "una visione spesso narcisistica e utilitaristica porta purtroppo non pochi a considerare come marginali le persone con disabilità, senza cogliere in esse la multiforme ricchezza umana e spirituale".
Il problema, dunque, è personale e culturale, poiché alla base dell'aborto terapeutico, secondo il pensiero del Papa, vi è una presenza "ancora troppo forte nella mentalità comune [di] un atteggiamento di rifiuto della condizione di disabile, come se essa impedisse di essere felici e di realizzare se stessi". Le parole del Papa confermano in tale senso la posizione della Chiesa palesata anche negli anni passati, quando sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI hanno definito "eugenetica" la scelta dell'aborto terapeutico.
Aborto terapeutico in Italia
L'interruzione terapeutica del feto è regolata in Italia dalla legge 194 del 1978, che lo prevede nel caso in cui vi sia un pericolo per la vita della donna o quando, scoperta ad esempio una grave patologia nel nascituro, vi si un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna. In questo secondo caso l'interruzione può essere eseguita non oltre la 22a settimana di gestazione. Diversa la legge in altri paesi europei, in cui la possibilità di eseguire l'interruzione terapeutica oltre la 22a settimana rappresenta – è spesso il caso della Francia – un'alternativa percorribile anche dalle donne italiane.