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Papa Francesco dice che le morti dei migranti in mare sono la vergogna della società

Il pontefice torna a parlare dei migranti morti in mare, un’emergenza costante nel Mediterraneo che è tornata a mietere numerose vittime negli ultimi giorni: “È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”, ha detto Papa Francesco.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Una società che non è più in grado di piangere per l'altro, che osserva migliaia di persone morire in mare nell'indifferenza. Usa parole durissime, Papa Francesco, in una lettera inviata all'arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, in occasione del decennale dalla visita a Lampedusa. Torna a parlare di migranti, il pontefice, nei giorni in cui le tragedie in mare occupano quotidianamente le pagine della cronaca: "Stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti – scrive Papa Francesco – La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l'altro".

"Sono trascorsi dieci anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balìa del mare, è approdato sulle vostre coste – ricorda Bergoglio – Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze". Per Papa Francesco è il momento di un cambio di atteggiamento: "Il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura – scrive – È un fratello che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione".

Perciò, insiste il pontefice nella lettera, "tutti siamo chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione". Infine, Papa Francesco conclude ringraziando la popolazione locale "per l'impegno di assistenza a favore dei migranti" e affidando a Dio "i morti nelle traversate".

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